Wall Street futures in ripresa: bene JP Morgan e Citigroup dopo settimana settore finanziario in perdita oltre -6%
Forte recupero a Wall Street, dopo le forti vendite che si sono accanite sugli indici azionari Usa la scorsa settimana, con il Dow Jones ha assistito alla perdita settimanale più forte dall’ottobre del 2020, capitolando del 3,45%; lo S&P 500 ha sofferto la perdita peggiore dalla fine di febbraio. Anche il Nasdaq ha chiuso la settimana in rosso, ma oscilla a un valore inferiore al record assoluto di appena -1,28%.
Lo scorso venerdì il Dow Jones ha riportato un tonfo di 533,37 punti (-1,58%), a 33.290,08 punti circa; il Nasdaq è scivolato dello 0,92% a 14.030,38 punti, lo S&P 500 è sceso dell’1,31% a 4.166,45 punti.
Oggi, le borse asiatiche si sono allineate al trend ribassista, con l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo che è crollato fino a -4% circa.
Ma già nelle contrattazioni europee il sentiment ha indicato una voglia di recupero dell’azionario globale, di pari passo con il miglioramento dei futures sulla borsa Usa.
I futures sul Dow Jones balzano alle 12.50 ora italiana di 200 punti circa (+0,59%), a 33.353 punti; i futures sullo S&P 500 avanzano dello 0,43% a 4.171 punti, mentre i futures sul Nasdaq salgono dello 0,45% a 14.098 punti circa.
Le oscillazioni dell’azionario Usa sono significative, se si considera che nelle ore precedenti i futures sul Dow Jones erano scivolati fino a -200 punti.
In premercato si mette in evidenza il recupero dei titoli delle società attive nel comparto delle commodities, in particolare i petroliferi Exxon e Chevron, che avanzano dell’1% circa.
Bene anche i titoli dei gruppo che beneficiano del reopening trade, come Royal Caribbean e Boeing. Ripresa anche per i titoli bancari, come per JP Morgan (+0,46%), Citigroup, Bank of America.
La scorsa settimana, i settori finanziario e materials erano affondati di oltre il 6%, quello energetico di oltre il 5%, mentre gli industriali avevano perso più del 3%.
Tra le Big Tech in lieve rialzo Apple, Amazon, Microsoft e Tesla.
Gli investitori attendono i discorsi che saranno proferiti questa settimana da diversi esponenti della Fed, il presidente della Fed di St. Louis in primis, James Bullard, che tanto scompiglio ha generato sui mercati con le sue dichiarazioni.
Bullard ha detto di intravedere una prima stretta monetaria già nel 2022, ovvero già il prossimo anno, paventando di conseguenza un tapering in anticipo rispetto alle precedenti previsioni. A detta di Bullard la pandemia sta per finire ed è naturale che a un certo punto si riducano gli stimoli e la banca centrale diventi più hawkish per contenere le pressioni inflazionistiche. Bullard stima l’inflazione correre al 3% quest’anno e al 2,5% nel 2022 prima di tornare all’obiettivo del 2% della Fed.
Le sue parole hanno provocato un appiattimento della curva dei rendimenti Usa. Misurata dallo spread tra i tassi a due anni e i tassi a 30 anni, la curva dei rendimenti è diventata la più piatta dall’inizio di febbraio.
Da un lato, i tassi sui Treasuries a 30 anni sono scivolati addirittura sotto il 2% dopo le dichiarazioni rilasciate da Bullard, scendendo fino all’1,9990% per la prima volta in più di quattro mesi; capitombolo anche per i tassi sui Treasuries a 10 anni, con i rendimenti scivolati al minimo dall’inizio di marzo, all’1,4110%. Dall’altro lato i tassi dei Treasuries a due anni, quelli più condizionati dai cambiamenti di politica monetaria, hanno scontato maggiormente la prospettiva di rialzo di tassi Usa più imminente, salendo allo 0,256%,e riportando così la scorsa settimana il guadagno settimanale più forte in due anni.
Oggi Bullard tornerà a parlare alle 15 ora italiana, intervenendo al forum delle istituzioni monetaria e finanziarie ufficiali, insieme al presidente della Fed di Dallas Robert Kaplan.