Wall Street: futures in lieve calo in attesa bis di Powell. Petrolio frena dopo Brent record oltre $118
A Wall Street futures Usa in lieve calo, in attesa del nuovo intervento del presidente della Fed Jerome Powell al Congresso Usa, e con un’attenzione costante agli aggiornamenti della guerra tra la Russia e l’Ucraina. I futures sul Dow Jones arretrano dello 0,14%, quelli sullo S&P 500 scendono dello 0,25%, quelli sul Nasdaq perdono lo 0,38%. I tassi sui Treasuries a 10 anni sono poco mossi all’1,859%.
In Ucraina i combattimenti sono entrati nella loro seconda settimana, dopo l’invasione annunciata e lanciata dalle forze russe di Vladimir Putin giovedì scorso, 24 febbraio.
Gli ucraini continuano a difendere strenuamente la capitale Kiev, mentre pesanti bombardamenti colpiscono le città di Mariupol e di Kharkiv.
Intanto il ministero della Difesa russo, stando a quanto riportato dall’agenzia Tass, ha annunciato che le operazioni dell’esercito russo faranno “pause” per consentire l’evacuazione dei civili dall’Ucraina.
“Siamo pronti a creare corridoi umanitari ovunque, in qualsiasi momento”.
Attesa per l’esito dei negoziati tra le delegazioni russa e ucraina: stando a quanto comunicato dal capo delegazione russo Vladimir Medinsky, l’incontro si terrà oggi nella regione di Brest, in Bielorussia.
“La situazione è molto fluida in Ucraina…Non sappiamo quale sia il fondo che i mercati toccheranno, ma continuiamo a ritenere che l’economia americana quest’anno riporterà una crescita al di sopra della media”, ha commentato alla Cnbc Scott Wren, senior global market strategist presso Wells Fargo Investment Institute.
In calendario nella sessione odierna il report settimanale relativo alle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, che gli analisti prevedono a un totale di 225.000 unità.
Dopo aver parlato alla Camera dei rappresentanti Usa, il presidente della Federal Reserve Powell interverrà oggi al Senato.
Nel suo intervento di ieri Powell ha confermato l’intenzione di aumentare i tassi di interesse a marzo, avvertendo che “l’impatto dell’invasione dell’Ucraina sull’economia americana è molto incerto”.
Il banchiere centrale ha assicurato che “la Federal Reserve monitora attentamente i rischi di ulteriori pressioni al rialzo sulle aspettative dell’inflazione e sull’inflazione, considerando diversi fattori”. Ancora, ha detto Powell, “la Fed utilizzerà gli strumenti a disposizione per impedire che un’inflazione più alta diventi strutturale, per promuovere una espansione sostenibile e un mercato del lavoro solido”.
Reso noto ieri il Beige Book, il rapporto sulle condizioni economiche degli Stati Uniti che la Fed pubblica otto volte l’anno, da cui è emerso che, dalla metà di gennaio, l’attività economica degli Stati Uniti è cresciuta a un ritmo tra il modesto e il moderato, e che le spese per i consumi si sono confermate in generale più deboli che nel rapporto precedente, a causa dell’impatto della variante Omicron.
“Molti distretti hanno segnalato che il balzo dei casi di Covid-19 ha temporaneamente interrotto le attività di business”.
Dal Beige Book è emerso anche che “l’ampia e solida domanda di lavoratori rimane ostacolata dall’altrettanta diffusa indicazione della scarsità della forza lavoro” e che “alcuni distretti hanno segnalato una accelerazione dei prezzi”, a conferma della fiammata dell’inflazione in Usa.
“Tutti i distretti – si legge ancora – hanno notato che i problemi delle catene di approviggionamento e il livello basso delle scorte continuano a frenare la crescita”.
C’è stato inoltre “un certo indebolimento delle condizioni finanziarie”, mentre “l’aumento dei costi input è stato citato come il fattore che ha interesato diverse industrie, e che particolarmente significativi sono stati anche gli elevati costi dei trasporti”.
Sul mercato del forex, l’euro cede lo 0,33% attorno a $1,1084; anche la sterlina perde sul dollaro, con un calo dello 0,27% a $1,3366; il dollaro sale anche sullo yen, valuta rifugio per eccellenza, avanzando dello 0,20% a JPY 115,72.
Attenzione all’euro, che è scivolato nelle ultime ore fino a $1,1058, al minimo dal maggio del 2020: la moneta unica è orientata a chiudere la sua quarta settimana consecutiva di perdite nei confronti del biglietto verde, questa settimana in calo dell’1,4%.
Prosegue il rialzo dei prezzi del petrolio, che hanno testato nelle ultime ore nuovi record.
Il Brent ha superato la soglia di $118 al barile per la prima volta dal febbraio del 2013, per poi ridurre i guadagni e viaggiare attorno a $115, mentre il WTI è salito fino a $114,46.
Non solo petrolio, con i buy sulle commodities sostenuti dai timori di una ulteriore scarsità dell’offerta a causa della guerra in corso tra Russia e Ucraina:
l’alluminio ha inanellato un nuovo record storico, salendo sul London Metal Exchange del 2,3% a $3.650 (dall’inizio dell’anno è balzato del 30%), mentre le quotazioni del nichel sono salite fino a +4% a $26,935 la tonnellata. La Russia di Vladimir Putin è un importante produttore di entrambi i metalli.
I futures sul grano scambiati a Chicago sono schizzati al massimo degli ultimi 14 anni, a $11,34 il bushel, portando il rally di questo mese a quasi +40%.