Wall Street con il fiato sospeso in attesa della Fed. Occhio al commento di BlackRock sull’azionario
Wall Street poco mossa in attesa degli annunci che arriveranno più tardi, verso le 20 ora italiana, dal Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed. Il Dow Jones scende dello 0,06% a 34.277 punti; lo S&P 500 tocca un nuovo record, con una variazione minima pari a +0,01%, mentre il Nasdaq mostra più brio, avanzando dello 0,24% a 14.104 punti. I tassi sui Treasuries Usa a 10 anni sono sotto controllo, scendendo di nuovo sotto la soglia dell’1,5%, all’1,487%. Euro-dollaro in calo dello 0,09% a $1,2113. Il dollaro sale sulla sterlina dello 0,21% a $1,4108 mentre sullo yen arretra dello 0,17% a JPY 109,88.
La trepidazione dei mercati per la Fed è alta, se si considerano gli ultimi numeri relativi all’inflazione Usa. Proprio oggi è stato reso noto l’indice dei prezzi alle importazioni degli Stati Uniti, salito dell’1,1%, oltre il +0,8% atteso dagli analisti.
Il dato di aprile è stato rivisto al rialzo dal +0,7% inizialmente reso noto a +0,8%. Esclusi i prezzi alle importazioni del petrolio, il dato è salito dello 0,9%, più del +0,5% previsto e dopo il +0,7% del mese precedente.
Su base annua, i prezzi alle importazioni sono balzati dell’11,3%, oltre il +10,9% stimato. Il dato di aprile è stato rivisto al rialzo dal +10,6% inizialmente reso noto a +10,8%. Focus sui prezzi alle importazioni dei beni non energetici, balzati su base annua del 6%, al record dal +6,1% del 2008.
I prezzi alle esportazioni Usa sono aumentati anch’essi, in crescita del 2,2% su base mensile, ben oltre il +0,8% stimato e il +1,1% di aprile (dato rivisto al rialzo dal +0,8% precedentemente reso noto). Su base annua, il trend è stato di un balzo del 17,4%, rispetto al +15,2% atteso, successivo al +14,9% di aprile.
Un altro alert sull’inflazione Usa era arrivato ieri con la pubblicazione dell’indice dei prezzi alla produzione, importante termometro del trend dell’inflazione che, a maggio, ha segnato la crescita più forte di tutti i tempi.
Il dato ha seguito la comunicazione, giorni fa, dell’altro termometro dei prezzi: l’indice dei prezzi al consumo, sempre di maggio, che è volato al record dal 2008 per il secondo mese consecutivo, mostrando una inflazione core al record in quasi 30 anni.
Finora la Fed ha rassicurato i mercati, affermando che il balzo dell’inflazione è solo temporaneo, e che parlare di tapering è prematuro.
Le previsioni su ciò che dirà e farà oggi Powell rimangono rassicuranti: da un sondaggio della Cnbc dedicato alle mosse della Fed è emerso infatti che gli analisti ritengono che la politica monetaria della Federal Reserve rimarrà ultra accomodante almeno fino alla fine del 2021.
La maggior parte degli analisti interpellati ha detto di ritenere che quest’anno l’annuncio del tapering ci sarà, ma che il vero tapering non inizierà prima del gennaio del 2022.
Per la precisione, secondo gli intervistati, la Fed di Jerome Powell annuncerà il tapering, dunque la riduzione degli acquisti di asset che avvengono al momento per un valore di $120 miliardi al mese, nell’ambito del piano QE, nel meeting del Fomc del prossimo ottobre. La vera riduzione degli acquisti mensili inizierà poi nel gennaio del 2022, lo stesso mese indicato dal consensus nel precedente sondaggio di aprile.
Allo stesso tempo, tuttavia, gli interpellati hanno detto di prevedere il primo rialzo dei tassi nel novembre del 2022, un mese prima di quanto previsto nel sondaggio precedente. L’89% dei 35 economisti intervistati ha riferito che, a suo avviso, gli acquisti di asset che vengono effettuati nell’ambito del piano QE non sono più necessari per sostenere l’economia americana: la percentuale è in netto rialzo rispetto al 65% che aveva risposto allo stesso modo ad aprile.
Dal canto loro, gli analisti di ING hanno scritto nel report dedicato alla Fed di “credere ancora che il primo rialzo dei tassi sarà all’inizio del 2023, con il rischio che si agisca anche prima, visto che le cicatrici legate alla pandemia ancora presenti nella catena dell’offerta significano che l’offerta stessa farà fatica a mantenere il passo con la forza della domanda”.
Detto questo, c’è qualcuno che condivide la posizione della Fed di Jerome Powell. “Credo ancora che l’azionario salirà – h detto Rick Rieder, responsabile della divisione globale di bond del colosso del risparmio gestito BlackRock. Intervenuto nella trasmissione della CNBC ‘Squawk Box’ Rieder si è così espresso: “Se non sentiremo nulla di diverso, allora mi preoccuperò un po’ sul rischio che il sistema crea. Si possono creare bolle di asset, si può creare il leverage”. Dal canto suo Brad McMillan, CIO presso Commonwealth Financial Network, ha commentato che “questa settimana il dramma si scatenerà a seconda che la Fed tenga il punto o ammetta che l’inflazione sta salendo e che la Fed ha bisogno di intervenire. Visto che la Fed ha un mandato duplice (sulla disoccupazione e sul’inflazione) allora la banca centrale manterrà il suo focus sulla disoccupazione, piuttosto che sull’inflazione”.
Tornando ai mercati, gli economisti intervistati dalla Cnbc ritengono in media che lo S&P 500 terminerà il 2021 a 4.285 punti, per poi salire a 4.468 punti entro la fine del 2022.
L’indice benchmark dell’azionario Usa viaggia al momento a 4.246 punti.
Gli stessi economisti prevedono che i tassi sui Treasuries a 10 anni, al momento all’1,5%, saliranno all’1,85% entro la fine di quest’anno, per superare il 2,3% il prossimo anno.
Dal fronte macroeconomico Usa, oggi è stato reso noto anche il dato che misura l’avvio dei nuovi cantieri, salito a maggio del 3,6% a un tasso annualizzato pari a 1.572.000 unità, peggio delle 1.630.000 unità attese, ma in rialzo rispetto alle 1.517.000 unità di aprile (dato rivisto al rialzo dalle 1.569.000 unità precedentemente riportate).
I permessi di costruzione sono scesi del 3%, a 1.681.000 unità, peggio delle 1.730.000 unità attese e rispetto alle 1.733.000 unità di aprile (dato rivisto al ribasso dalle precedenti 1.760.000 inizialmente comunicate.
Tra i titoli le Big Tech come Tesla e Nvidia sono in lieve ribasso, mentre guadagnano i titoli delle società che beneficiano maggiormente della riapertura delle economie post Covid-19. In crescita i titoli dei colossi che gestiscono viaggi in crociera Royal Caribbean e Carnival.