Wall Street ancora in calo all’indomani del giovedì nero, focus su dati lavoro Usa
Wall Street si muove in deciso calo, con gli investitori che cercano invano di stabilizzarsi dopo che i principali indici americani hanno subito i maggiori ribassi dal 2020. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Dow Jones cede l’1,20%, l’S&P500 perde l’1,33% e il Nasdaq prosegue la sua discesa con un -1,80%.
Ieri, nel giovedì nero di Wall Street, il Nasdaq ha lasciato sul parterre il 5%, dopo che alcuni dati sono tornati a rinfocolare il timore dell’inflazione e dunque, nuovamente, di interventi più aggressivi da parte della Fed di Jerome Powell.
A riportare il pessimismo è stato il balzo del costo unitario del lavoro Usa nel primo trimestre dell’anno, ben oltre le attese. Stando ai dati preliminari, il dato è volato dell’11,6%, oltre il +9,9% atteso dal consensus. In picchiata la produttività degli Stati Uniti che, nello stesso arco temporale, ha riportato il calo più forte dal 1947, scendendo del 7,5%, ben oltre il ribasso atteso pari a -5,4%. Il boom dei costi unitari del lavoro ha rinfocolato i timori sull’impennata dell’inflazione negli Stati Uniti.
Oggi l’attenzione si è rivolta al mercato del lavoro americano, che ad aprile ha visto la creazione di 428.000 nuovi posti, contro aspettative ferme a 400.000 nuovi posti. Il dato viene letto dagli economisti come un miglioramento solo lieve, che dimostra ancora la carenza di manodopera e possibili pressioni sull’inflazione. Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 3,6%, appena al di sopra del minimo di 54 anni. I salari orari medi si sono raffreddati, aumentando dello 0,3% rispetto alle aspettative di un aumento dello 0,4%.