Wall Street affossata da paura COVID-19, paga anche dato sussidi disoccupazione. Bene bilancio di Morgan Stanley
Futures Usa in forte ribasso, con Wall Street che si allinea al sell off che colpisce l’azionario globale.
Gli annunci di nuove misure di contenimento, in particolare quello del presidente francese Emmanuel Macron sul coprifuoco
(dalle 21.00 fino alle 6.00 del mattino) in nove città del paese, tra cui Parigi, gelano la propensione al rischio.
I mercati azionari sono affossati dalla paura di nuovi lockdown, a causa dell’impennata dei contagi. L’Italia per la prima volta dall’inizio dell’emergenza sanitaria va oltre i 7mila contagi giornalieri (a fronte di tamponi record pari a 150mila) e il premier Conte ieri non ha escluso l’eventualità di un nuovo lockdown.
Anche la Germania presenta nuovi contagi record (6.600) e la cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto che serviranno nuove misure restrittive. Nuove limitazioni sono scattate anche nel Regno Unito.
I timori sugli effetti del lockdown sull’economia globale sono stati rinfocolati dal rapporto sulle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione Usa, appena pubblicato. Nella settimana terminata lo scorso 10 ottobre, il numero dei lavoratori americani che hanno fatto richiesta per la prima volta per ricevere i sussidi è balzato a 898.000, al di sopra degli 830.000 attesi dal consensus, e al record dallo scorso 22 agosto.
Il numero delle persone che continuano a ricevere i sussidi di disoccupazione ha continuato però a scendere in modo sostenuto, in calo di 1,165 milioni di unità, a un valore appena al di sopra di quota 10 milioni.
I futures sul Dow Jones sono capitolati di oltre 300 punti.
I prezzi del petrolio tornano a riconfermarsi, inoltre, tra le vittime più colpite dalla crisi in corso: il calo è scatenato dai timori sulla mancata ripresa della domanda, a causa del rallentamento temuto dell’economia globale.
I prezzi del contratto WTI scambiato a New York crollano di oltre -3% a $39,74 al barile, mentre il Brent soffre una caduta di quasi -3% a $42,06 al barile.
I cali sono limitati dai dati diramati dall’American Petroleum Institute, che hanno messo in evidenza un calo delle scorte Usa di petrolio crude, di benzina e distillati nella settimana terminata lo scorso 9 ottobre.
In particolare, le scorte di crude sono scese di 5,4 milioni di barili, mentre quelle di distillati sono diminuite di 3,9 milioni di barili.
Sul fronte delle trimestrali Usa, attenzione ai risultati di bilancio di Morgan Stanley. Nel terzo trimestre dell’anno, gli utili netti del colosso bancario americano sono saliti a $2,72 miliardi, o $1,66 per azione, rispetto ai $2,17 miliardi, o $1,27 per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso.
Il risultato è stato migliore degli $1,28 per azione attesi dagli analisti intervistati da FactSet.
Il giro d’affari è salito del 16,2% a $11,66 miliardi, meglio dei $10,65 miliardi stimati, mentre il margine netto di interesse è balzato del 22% a $1,49 miliardi, al di sopra degli $1,20 miliardi attesi dagli analisti.
Tra i vari business, occhio alla divisione di investment banking, che ha visto il fatturato salire dell’11,2% a $1,71 miliardi, meglio degli $1,70 miliardi attesi; il fatturato della divisione di vendite e trading è aumentato del 20,2% a $4,15 miliardi, meglio dei $3,35 miliardi attesi, con il giro d’affari legato all’equity avanzato del 13,4% a $2,26 miliardi (meglio dei $2,19 miliardi attesi dal consensus), e quello legato al trading e alla vendita di asset del reddito fisso balzato del 34,5% a $1,92 miliardi, meglio degli $1,59 miliardi previsti.
“Abbiamo riportato utili trimestrali solidi, in un momento in cui i mercati sono rimasti attivi durante i mesi estivi e il nostro modello equilibrato di business ha continuato ad assicurare ritorni elevati e stabili”, ha commentato l’AD James Gorman.
Da segnalare che, dall’inizio dell’anno fino alla seduta di mercoledì, ha perso lo 0,9%, a fronte del -19,5% dell’SPDR Financial Select e il +8% dell’indice S&P 500. Il titolo Morgan Stanley riporta un lieve rialzo in premercato.