Wall Street: Nasdaq sostenuto da buy sull’hi-tech, +7% da minimi fine gennaio. Attesa per dato clou, tassi Treasuries si sfiammano
Wall Street positiva grazie agli acquisti che stanno tornando da qualche giorno a questa parte sui titoli hi-tech, che oggi sovraperformano il mercato. I recenti acquisti hanno consentito al Nasdaq Composite di recuperare più del 7% dai minimi recenti testati lo scorso 27 gennaio, dopo essere scivolato in fase di correzione. Oggi i tassi sui Treasuries Usa decennali si sfiammano, scendendo dall’1,97% di ieri all’1,93% circa. Alle 16.10 circa ora italiana il Dow Jones sale di oltre 300 punti (+0,85%), a 35.765 punti, mentre il Nasdaq fa +1,30% a 14.377. Lo S&P 500 avanza dell’1,10% a 4.571.
Titolo Meta-Facebook in ripresa dopo che le vendite che si sono accanite contro il colosso social media capitanato da Mark Zuckerberg hanno fatto scendere ieri la capitalizzazione sotto la soglia di 600 miliardi di dollari, per la prima volta dal maggio del 2020.
Ieri il Dow Jones Industrial Average è salito di oltre 370 punti, sostenuto dal rally del 7,8% di Amgen, seguito alla pubblicazione della solida trimestrale del gruppo di biotech.
Lo S&P 500 è avanzato dello 0,8%, mentre il Nasdaq Composite è balzato dell’1,3%.
Il 60% quasi di tutte le società quotate sullo S&P 500 ha riportato i propri bilanci; di queste, il 77% ha battuto le attese degli analisti sugli utili.
Tra i titoli protagonisti della sessione odierna Chipotle, balzata fino a +9% dopo la pubblicazione della trimestrale. Male invece Lyft, che ha scontato il numero dei riders attivi inferiore rispetto al trimestre precedente.
“Stiamo concludendo una stagione degli utili trimestrali molto solida – ha commentato alla Cnbc Ryan Detrick di LPL Financial – Certo, abbiamo assistito a delusioni di alto profilo, come nel caso di Facebook, ma nel complesso le notizie arrivate dalla corporate America sono impressionanti”.
In calendario, dopo la fine della sessione odierna, le trimestrali di Disney, Mattel, MGM Resorts e Uber Technologies.
Rimane l’attesa per il market mover più importante della settimana: quello dell’indice dei prezzi al consumo Usa, termometro cruciale del trend dell’inflazione, relativo al mese di gennaio, che sarà pubblicato dal dipartimento del Lavoro Usa domani, 10 febbraio.
Secondo le stime il dato è salito del 7,2% su base annua, al ritmo più forte dal febbraio del 1982, dunque in 40 anni, fattore che porta i mercati a scommettere ormai anche su un primo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve, a marzo, pari a 50 punti base.
Occhio alle dichiarazioni rilasciate dal presidente della Federal Reserve di Atlanta Raphael Bostic, che ha detto di prevedere per quest’anno tre rialzi o quattro rialzi dei tassi da parte della banca centrale americana.
Nell’intervento a “Squawk Box” della Cnbc, Bostic ha espresso una view che è di fatto meno aggressiva rispetto a quanto stanno prezzando i mercati.
“Riguardo ai rialzi dei tassi di interesse, in questo momento prevedo tre strette per quest’anno, e sono orientato verso i quattro rialzi. Ma dobbiamo vedere come l’economia risponderà ai passi che faremo nella prima metà di quest’anno”.
La stessa Fed di Jerome Powell prevede un primo rialzo nella prossima riunione di marzo.
Stando a quanto riporta un articolo della Cnbc, al momento i mercati stanno anticipando tra i cinque e i sei rialzi dei tassi, ciascuno di 25 punti base.