Wall Street: Dow Jones in rally di oltre 600 punti, Nasdaq +2% con tonfo petrolio. Effetto Russia-Ucraina: ‘Fed riuscirà a gestire soft landing’?
Wall Street confortata dal calo odierno dei prezzi delle commodities: il WTI e il Brent accelerano al ribasso, soffrendo un tonfo superiore a -5% e scivolando rispettivamente a $117 e $121 dollari circa al barile. Sell off anche sui futures sul grano, che capitolano di oltre -6% a $1.206 il bushel.
Il palladio continua invece la sua marcia rialzista, balzando fino a quasi +4% a $3.082 l’oncia. Alle 16 circa ora italiana, il Dow Jones balza di oltre 600 punti (+1,91%), a 33.255 punti, mentre lo S&P sale di oltre il 2% a 4.252 punti. Il Nasdaq segue il 2,18% a 13.074.
“Il mercato azionario continua a prendere spunto dai cambiamenti dei prezzi delle commodities, in particolare del petrolio – ha commentato alla Cnbc Kathy Bostjancic, capo economista Usa presso Oxford Economics – Il trading continuerà a essere volatile e a segnare un rally quando i prezzi (delle materie prime) ritracceranno, ma nel complesso la prospettiva di prezzi molto alti dell’oil e anche di prodotti non energetici staglia una nube sull’outlook dell’attività economica e sull’azionario”.
La paura dell’inflazione porta i tassi dei Treasuries Usa a superare la soglia dell’1,90%.
Stavolta i titoli bancari ne traggono beneficio: bene PNC Financial, Wells Fargo, Goldman Sachs e JPMorgan. Buy anche sui titoli delle società, come quelli delle compagnie aeree, più esposte ai rincari del petrolio, della benzina e del carburante: Carnival e United Air Lines balzano fin oltre il 7%.
L’azionario mondiale guarda all’annuncio del presidente americano Joe Biden, che ieri ha reso nota l’intenzione degli Stati Uniti di imporre l’embargo sul petrolio, gas e forniture energetiche della Russia, in risposta alla sua invasione dell’Ucraina.
Nella giornata di ieri, il Dow Jones Industrial Average ha perso 184,74 punti (-0,56%), a 32.632,64. Lo S&P 500 ha ceduto 0,72% a 4.170,70 mentre il Nasdaq Composite ha segnato un calo dello 0,28% a 12.795,55.
Rimane protagonista la paura che la recente impennata dei prezzi delle commodities possa zavorrare l’economia degli Stati Uniti, alle prese anche con l’inizio di un ciclo di rialzo dei tassi da parte della Fed di Jerome Powell.
Ross Mayfield, analista della divisione di strategia per gli investimenti di Baird, ha fatto notare che bisognerà vedere se la Fed riuscirà a gestire un possibile soft landing.
A suo avviso, gli Usa dovrebbero riuscire tuttavia a schivare una recessione.
“La solidità del mercato del lavoro Usa, dei consumi e del settore corporate dovrebbero scacciare la minaccia di una recessione nel breve termine – ha detto l’analista – Nel complesso, la volatilità probabilmente persisterà. Esiste un’ampia gamma di risvolti possibili in Ucraina, ma i fondamentali dell’economia americana rimangono decenti, e lo rimarranno specialmente se la Fed riuscirà ad alzare i tassi di interesse senza danneggiare la domanda”.