UniCredit, nessuna euforia post Orcel. Non solo M&A: ancora tanti elementi da chiarire, ma tra prede possibili non c’è più Mediobanca
All’indomani dell’approvazione degli azionisti, riuniti in assemblea ordinaria e straordinaria, del nuovo cda di UniCredit, che vedrà ai vertici Andrea Orcel nella posizione di amministratore delegato e Pier Carlo Padoan presidente, gli analisti si interrogano sul significato della nuova era della banca.
Il titolo UniCredit sale dello 0,53% a Piazza Affari, a 8,474 euro.
Così si legge nella nota di Equita:
“L’assemblea degli azionisti di UniCredit, tenutasi ieri, ha nominato i tredici membri del nuovo CdA della banca che sarà in carica per gli esercizi 2021-23, che vedrà Padoan alla presidenza e Orcel nel ruolo di CEO. L’assemblea ha approvato anche, con il voto favorevole del 54% dei presenti, la politica di remunerazione della banca (che includeva il bonus
da 5 milioni in azioni al nuovo CEO, non legato alla performance), nonostante il parere contrario dei proxy advisor. Secondo quanto indicato da varie fonti di stampa, il nuovo business plan di UniCredit sarà presentato a settembre, identificando come priorità strategiche il rilancio delle attività in Italia con un miglioramento dell’operatività corrente, il rilancio della divisione CIB, la razionalizzazione della presenza internazionale della banca e l’accelerazione sulla trasformazione digitale. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, Orcel, rispondendo agli investitori, avrebbe respinto ogni interesse per Mediobanca, mentre non avrebbe escluso la possibilità di riportare in-house alcune fabbriche prodotto”.
Equita SIM continua affermando che, “sul fronte dell’M&A riteniamo che il primo dossier che il nuovo CEO dovrà affrontare sarà quello di Mps, in cui continuiamo a vedere UCG come unico possibile interlocutore con il MEF e in cui rimangono da valutare le condizioni messe sul piatto per una aggregazione (copertura dei rischi legali, intervento di AMCO sugli NPL).
Gli analisti di Mediobanca Securities confermano di avere in generale una “view più costruttiva sul settore (delle banche) sulla scia di una maggiore visibilità sul costo del rischio nel primo semestre del 2021 e in vista della redistribuzione del capitale (dividendi) attesa nel secondo semestre del 2021”.
Tuttavia, precisano, “manteniamo il nostro approccio cauto verso il sud Europa, visto che non crediamo nel reflation trade e anche in quanto qui la visibilità del costo del rischio è inferiore e la dipendenza dai prestiti del TLTRO3 è maggiore, così come è superiore il livello dei debiti-Pil” dei paesi.
Riguardo a UniCredit, gli analisti scrivono nella nota che la banca “dovrà attraversare un turbinìo di eventi, come la ridefinizione della strategia, una eventuale operazone di M&A; la ridefinizione della precedente strategia di ritorno del capitale e le decisioni da prendere nel post pandemia”. Di conseguenza, gli analisti hanno un rating “underperform” sul titolo, e sono in attesa di “maggiore chiarezza” nelle indicazioni della banca.
Mediobanca Securities parla anche del nodo risiko bancario, ricordando come i potenziali target siano Mps e Banco BPM.