Ubi Banca chiude III trimestre in rosso, pesano poste straordinarie da fusione con Intesa
Ubi Banca ha chiuso il terzo trimestre in rosso, per effetto dell’operazione di fusione con Intesa Sanpaolo. Nel dettaglio, il risultato netto è negativo per 2.314,8 milioni di euro, contro l’utile netto di 90,7 milioni conseguito nel secondo trimestre. Il risultato include l’impatto dell’impairment totale del goodwill di Ubi (-1.413,9 milioni) e la stima della perdita sulla cessione di oltre 500 sportelli a Bper (-944,9 milioni). Al netto delle componenti non ricorrenti, l’utile netto del terzo trimestre si è attestato a 21,5 milioni rispetto ai 76,7 milioni del secondo trimestre, influenzato dalla contabilizzazione nel trimestre dei contributi al Fondo di Tutela dei Depositi per 48,1 milioni netti e di maggiori costi legati all’OPAS per circa 6 milioni netti.
Confermata la resilienza dei proventi operativi, che si sono attestati a 880,2 milioni (in linea con il periodo precedente), grazie alla buona performance dei ricavi core (margine d’interesse e commissioni nette), in crescita del 5,7% rispetto al trimestre precedente. Il margine di interesse si è infatti attestato a 421,3 milioni, in salita del 5,8% rispetto ai tre mesi prima, mentre le commissioni nette sono salite del 5,7% a 426,3 milioni.
Al 30 settembre, i crediti netti verso la clientela si attestano complessivamente a 84,9 miliardi, in aumento dagli 84,7 di giugno e dagli 84,6 di dicembre 2019. L’evoluzione combina una duplice dinamica positiva, sottolinea Ubi Banca: da un lato, la progressiva riduzione dei crediti deteriorati a 3,7 miliardi a fine settembre (-4,4% nel trimestre e -10,5% da inizio anno) e dall’altro, la continua crescita dei crediti in bonis a 81,2 miliardi a fine settembre (+0,5% nel trimestre e +1% da inizio anno)
Nel quarto trimestre, Ubi Banca prevede che la gestione sarà ulteriormente influenzata dalle operazioni di carattere straordinario che Intesa Sanpaolo porrà in essere a seguito dell’esito positivo dell’Opas.