Tassi Fed: boom inflazione Usa, Goldman Sachs prevede sette strette nel 2022
E ora, dopo la fiammata dell’inflazione Usa a gennaio, anche gli economisti di Goldman Sachs, così come quelli di Bank of America, prevedono per quest’anno ben sette rialzi dei tassi da parte della Fed.
“Stiamo rivedendo al rialzo le nostre stime su quanto farà la Fed, per includere sette strette monetarie consecutive di 25 punti base, in ognuna delle riunioni del Fomc successive del 2022 – si legge nella nota di Goldman Sachs – Continuiamo a prevedere che il Fomc (il braccio di politica monetaria della Fed) alzi i tassi altre tre volte di 1/4 di punto percentuale tra il primo e il terzo trimestre del 2023, fino a raggiungere il tasso terminale del 2,5%-2,75%, in anticipo”.
Ancora, hanno continuato gli economisti, “crediamo che ci siano le ragioni per una stretta monetaria di 50 punti base nella riunione di marzo. Il livello dei tassi sui fed funds appare inappropriato, e..i timori di cadere in una spirale (inflazionistica) salari-prezzi merita di essere preso in considerazione in modo serio”.
Ieri è stato pubblicato il dato sull’inflazione misurato dall’indice cpi – indice dei prezzi al consumo – salito a +7,5% a/a a gennaio (consensus era +7,2%), sui nuovi top a 40 anni. L’inflazione core ha accelerato il passo balzando del 6%.
Immediata la reazione dei tassi sui Treasuries a 10 anni,
che hanno testato e poi superato la soglia psicologica del 2% per la prima volta dal 2019, salendo fino al 2,05%.