Svizzera: contrazione Pil 2020 meno grave di quanto temuto ma la più forte dal 1975
L’economia della Svizzera dovrebbe subire un impatto dal coronavirus meno grave del previsto quest’anno, anche se l’incertezza rimane alta in vista di una possibile seconda ondata di contagi che potrebbe frenare la ripresa. Il gruppo di esperti della Confederazione (Seco) prevede che il Prodotto interno lordo (Pil) subirà nel 2020 una contrazione del 3,8%, la più forte dal 1975, ma meno drammatica rispetto alla caduta del 6,2% prevista a giugno. Sul mercato del lavoro si prevede un ulteriore calo dell’occupazione con il tasso di disoccupazione che dovrebbe raggiungere il 3,2% (stima di giugno: 3,8%).
Nel corso dell’anno l’economia svizzera dovrebbe continuare a crescere a un ritmo moderato. Il gruppo di esperti prevede che, il prossimo anno, il Pil aumenterà del 3,8%, facendo così tornare solo verso la fine del 2021 l’attività economica elvetica al livello precedente la crisi. I maggiori rischi congiunturali rimangono legati alla pandemia da coronavirus e alle conseguenti reazioni. Altri rischi per la congiuntura mondiale derivano dal conflitto commerciale internazionale. La possibilità, profilatasi di recente, che si opti per una Brexit “dura” eserciterebbe a sua volta un’ulteriore pressione sulla fragile situazione economica, senza dimenticare infine l’alto rischio di turbolenze sui mercati finanziari e di un ulteriore apprezzamento del franco.