Stati Generali, Bonomi (Confindustria): ‘integrazione Ue più nelle imprese che nella politica’
“Mai come in questo momento l’Unione europea ha avuto lungimiranza a sostegno dei Paesi membri e in particolare per l’Italia. È necessario e doveroso utilizzare tutte le risorse disponibili in progetti di qualità per investire sul #futuro del Paese #ServireItalia”. E’ quanto ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi con un post su Twitter. In un altro post, Bonomi ha scritto che “l’integrazione UE è avvenuta nelle #imprese molto più che nella politica. Abbiamo bisogno di piattaforme multilaterali con le quali confrontarci, mettendo in campo una strategia nazionale a sostegno delle filiere, della #crescita, dell’eccellenza del #MadeinItaly #ServireItalia”.
Così ieri il numero uno di Confindustria ha commentato il piano del presidente del Consiglio Giuseppe Conte teso a rilanciare l’Italia, e presentato nella seconda giornata dei lavori degli Stati Generali dell’economia, in corso a Villa Pamphili.
“Mi sarei aspettato che, nelle convocazioni a Villa Pamphili, il governo presentasse un piano ben dettagliato, con un cronoprogramma, con gli effetti attesi, in quanto tempo, con gli effetti sul Pil – ha detto,in occasione del suo primo incontro con la stampa estera: – Io questo piano non l’ho visto, sarei curioso di leggerlo, vorrei ascoltarlo. Come Coinfindustria siamo sempre positivi e propositivi e andremo a Villa Pamphili dicendo quello che pensiamo e, soprattutto, presentando un piano bene preciso”.
Come riporta il Sole 24 Ore Confindustria ha preparato il proprio piano, che guarda al 2030, dunque con una prospettiva di medio-lungo periodo. Il piano verrà presemtato dal presidente Carlo Bonomi oggi, agli Stati generali, a Villa Pamphili.
Così Bonomi ieri, nell’incontro con la stampa estera, ha fatto notare che, anche prima della pandemia da coronavirus COVID-19, l’Italia, all’inizio dell’anno, era l’unico grande paese europeo ad essere già in recessione.
Tra il 2014 e il 2017, ha ricordato, a spingere la ripresa era stato l’export, insieme a Industria 4.0: “Aver soffocato quella spinta, congelando Industria 4.0 e continuando a gonfiare la spesa corrente per poi tagliare gli investimenti pubblici ha reso l’Italia più debole dei concorrenti sotto i colpi del virus”.
Noi “veniamo da errori di lunga durata. Siamo tra i paesi occidentali quello che ha più problemi di demografia. L’Italia viene fuori da 25 anni di bassa produttività e su questo non siamo mai intervenuti”. Inoltre “c’è soprattutto una propensione del pubblico di entrare ormai nella dimensione di gestore dell’economia, cosa che, se prendiamo alcuni esempi come Alitalia o Ilva, vediamo i danni che ha prodotto”.