Settore aereo: nel 2020 previsto crollo traffico passeggeri del 55%. Ritorno ai livelli pre-Covid nel 2024
La ripresa del traffico passeggeri per le compagnie aeree nel mondo è più lenta del previsto. Tanto che l’International Air Transport Association (Iata) ha lanciato un nuovo allarme stimando per il 2020 un crollo del numero dei passeggeri del 55%, contro la precedente stima di un -46%. Non solo. Il traffico aereo non tornerà ai livelli pre-Covid fino al 2024, un anno dopo rispetto a quanto precedentemente previsto.
Le nuove proiezioni di Iata arrivano dopo un mese di giugno che si è chiuso con un traffico passeggeri globale (chilometri di passeggeri o RPK) in calo dell’86,5% rispetto allo stesso mese del 2019. Un dato solo leggermente migliorato rispetto alla contrazione del 91% registrata a maggio, grazie alla crescente domanda nei mercati nazionali, in particolare in Cina. Il fattore di carico di giugno ha mostrato un minimo storico per il mese al 57,6%.
Tre le ragioni che impattano sulla ripresa del traffico aereo: un lento contenimento del virus negli Stati Uniti e nelle economie in via di sviluppo, una riduzione dei viaggi di lavoro e una debole fiducia dei consumatori.
“Il traffico passeggeri ha toccato il fondo in aprile, ma la forza della ripresa è molto debole. Il miglioramento che abbiamo visto è stato il per i voli interni, mentre le rotte internazionali rimangono in gran parte chiuse. La fiducia dei consumatori è depressa e non aiutata dalla decisione giunta nel fine settimana che il Regno Unito imporrà una quarantena generale a tutti i viaggiatori provenienti dalla Spagna. E in molte parti del mondo le infezioni sono ancora in aumento. Tutto ciò indica un periodo di recupero più lungo e una maggiore sofferenza per l’industria e l’economia globale”, ha dichiarato Alexandre de Juniac, direttore generale e CEO di Iata.