Sell a Wall Street, Nasdaq perde oltre -1%. Effetto tonfo Bitcoin: Tesla -5%, Coinbase e MicroStrategy fino a -14%. Male anche FAANG in attesa Fed
Wall Street assediata dalle vendite, sulla scia dei forti sell off che si abbattono sul cripto universo e sui titoli tecnologici, in attesa della pubblicazione delle minute della Federal Reserve. Il Dow Jones cede più di 350 punti (-1% circa), a 33.706 punti; il Nasdaq arretra dell’1,41% a 13.128 punti circa; lo S&P 500 cede l’1,21% a 4.076 punti.
Niente da fare per il Bitcoin, che nell’arco di 24 ore arriva a cedere il 20% capitolando anche sotto la soglia di $37.000, al minimo intraday di $36.061, al valore più basso dal 3 febbraio scorso.
Ad affondare la criptovaluta numero uno al mondo, è stata la decisione delle tre autorità cinesi responsabili della vigilanza delle banche e dell’industria dei pagamenti di avvertire le istituzioni finanziarie di non fare alcun business che comporti l’utilizzo delle criptovalute, inclusi il trading e la conversione di valute fiat in monete digitali.
Già la decisione di Tesla annunciata via Twitter dal ceo Elon Musk, lo scorso 12 maggio, di non accettare più pagamenti in Bitcoin per l’acquisto delle sue auto elettriche aveva avuto l’effetto di bruciare $300 miliardi dall’intero mercato delle criptovalute.
A questi livelli, il Bitcoin ha azzerato tutti i guadagni messi a segno da quando Tesla ha comunicato il suo investimento nel Bitcoin, per $1,5 miliardi, depositando un file presso la SEC. La notizia era emersa all’inizio di febbraio.
In primo piano il trend al ribasso delle azioni cripto, che pagano lo scivolone delle monete digitali.
Le quotazioni di MicroStrategy crollano del 14%%: è di marzo la notizia dell’acquisto, da parte di MicroStrategy, di altri 262 bitcoin, per un valore di $15 milioni in contanti.
Michael Saylor, ceo di Microstrategy, aveva twittato quel giorno che l’azienda deteneva un totale di 91.326 BTC, per un valore complessivo dei bitcoin accumulati superiore a $5 miliardi, ossia la maggiore partecipazione detenuta da una società quotata davanti proprio a Tesla.
Anche Tesla paga l’esposizione al Bitcoin, con un ribasso del 5% circa.
Giù anche le quotazioni di Coinbase, la piattaforma di trading delle criptovalute sbarcata sul Nasdaq un mese fa circa, che precipitano del 12%.
Titoli FAANG sotto pressione: vendite su Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Alphabet, la holding a cui fa capo Google. I titoli perdono tutti tra l’1% fino a -2%.
Oggi in calendario le minute della Federal Reserve, che faranno luce su quanto Jerome Powell & Co. siano davvero preoccupati per l’aumento dell’inflazione negli Stati Uniti.
Il timore si riflette nel mercato dei Treasuries Usa, con i tassi decennali che superano l’1,67%.
La paura dell’inflazione Usa è stata rinfocolata la scorsa settimana con la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti, schizzato ad aprile del 4,2% su base annua, ben oltre il +3,6% atteso dagli analisti, rispetto al +2,6% di marzo e al ritmo più alto dal 2008. Su base annua, escluse le componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni energetici e alimentari, il dato core è salito del 3%, oltre il +2,3% atteso e rispetto al +1,6% precedente.
Su base mensile, il dato dell’inflazione è balzato dello 0,8%, rispetto al +0,2% atteso e al +0,6% di marzo, riportando il rialzo mensile più forte dal 2009. La componente core, sempre su base mensile, è salita dello 0,9%, ben oltre il +0,3% atteso, al ritmo più forte dall’aprile del 1982.
La Fed non si è mostrata finora preoccupata per le pressioni inflazionistiche, ripetendo a più riprese per bocca del suo numero uno Jerome Powell e di altri esponenti che il rialzo si dimostrerà temporaneo.
Ma la paura sui mercati è viva, e viene scontata soprattutto dai titoli delle Big Tech o anche FAANG, in generale dalle growth stocks, maggiormente penalizzate in quanto con quotazioni relativamente più alte rispetto ad altri titoli, dopo la corsa riportata nell’anno del Covid-19.
Tra gli altri titoli, sotto pressione Wells Fargo, dopo che gli analisti di UBS hanno rivisto al ribasso il rating sul titolo della banca americana da “buy” a “neutral”. Gli esperti hanno affermato che il profilo di rischio/premio non è più attraente, dopo che le azioni sono volate del 59% da inizio anno e del 123% dalla fine di ottobre. Il titolo Wells Fargo perde più del 2% .
La stagione delle trimestrali Usa volge intanto alla conclusione.
Tra le società che hanno riportato i bilanci nelle ultime ore i gruppi retail Lowe e Target. Lowe ha chiuso il primo trimestre dell’anno riportando un utile per azione di $3,21, al di sopra dei $2,62 per azione attesi dal consensus. Anche il fatturato ha battuto le attese di Wall Street, così come la crescita delle vendite su base comparata, che è stata pari a +24,4%, rispetto al +20,3% previsto dal consensus. Il titolo perde l’1,5% circa.
Bene il titolo Target, dopo che la società ha reso noto di aver riportato un utile per azione di $3.69, ben oltre i $2.25 attesi. Ha battuto le stime anche il giro d’affari, mentre la crescita delle vendite su base comparata è stata pari a +22,98%, più del doppio di quanto atteso. Le quotazioni avanzano di oltre il 2%.