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Risparmio gestito: nel primo trimestre 2021 raccolta doppiata

20 Maggio 2021 11:54

Un trimestre da incorniciare per l’industria del risparmio gestito che nei primi tre mesi del 2021 sfiora quota 30 miliardi di euro di flussi netti positivi.

Una cifra doppia rispetto al 2020, anno certamente sui generis ma che si era ugualmente chiuso con un dato positivo per 14,5 miliardi. Il nuovo record di patrimonio, come certificato dalla mappa trimestrale Assogestioni, ammonta a 2.469 miliardi di euro, con le gestioni collettive che tornano a superare complessivamente le gestioni di portafoglio. Le prime si attestano a 1.242 miliardi mentre le seconde a 1.227.

Un sorpasso spinto in particolare dai fondi aperti che nei primi tre mesi dell’anno raccolgono oltre 18,6 miliardi di euro. Di questi, ben 13 miliardi si riferiscono ai fondi di lungo termine azionari. A seguire troviamo i bilanciati con 4,3 miliardi e gli obbligazionari con 2,8 miliardi. In territorio negativo per raccolta da inizio anno i flessibili che lasciano sul terreno 2,7 miliardi.

Tra le gestioni di portafoglio, il cui dato di raccolta complessivo è positivo per 9,9 miliardi di euro, le gestioni di prodotti assicurativi fanno registrare afflussi per 3 miliardi, mentre le gestioni di portafoglio retail si posizionano a 2,5 miliardi. Importante elemento di novità della mappa trimestrale Assogestioni riguarda l’universo dei fondi aperti analizzato in relazione all’entrata in vigore, lo scorso 10 marzo, della Sustainable Finance Disclosure Regulation.

Su un patrimonio promosso dei fondi aperti pari a complessivi 1.063 miliardi di euro, 276 miliardi, il 25,9% del totale, considerano le variabili ambientali e sociali nella politica di investimento. Il 90% di tale patrimonio promosso promuove caratteristiche ambientali e/o sociali e rientra nell’art.8 mentre il 10% ha specifici obiettivi di sostenibilità ed è classificabile come prodotto “articolo 9”. Per quanto riguarda le asset class su cui investono i fondi di lungo termine, la più rappresentata è l’azionario con il 36,1%, seguita a stretto giro dall’obbligazionario al 29,6%. Chiudono flessibili e bilanciati rispettivamente al 16,9% e 13,4%.