Piazza Affari strappa segno più grazie a Enel, male banche e TIM
Giro di boa settimanale sull’altalena per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib segna in chiusura un progresso dello 0,23% in area 25.284 punti in una giornata dove Wall Street tocca nuovamente i massimi storici. In attesa dei verbali della riunione della Fed di giugno, in uscita questa sera, gli operatori si sono concentrati sulle possibili allusioni su un’eventuale stretta di politica monetaria da parte della banca centrale americana. In Europa oggi focus anche sulle nuove stime economiche della Commissione europea. Per l’Italia sono state alzate le stime. Adesso Bruxelles ora vede un balzo del PIL nell’ordine del 5%.
Tra i titoli del paniere principale, Buzzi Unicem ha svettato con un balzo del 2,88% a quota 22,51 euro. Bene anche Poste Italiane e Interpump con rialzi intorno all’1,4%.
Acquisti anche su ENEL con un +1,55% sopra il muro degli 8 euro. Giù invece ENI (-0,97% a 10,17 euro) che ha annunciato una “significativa” scoperta petrolifera sul prospetto esplorativo denominato Eban, nell’offshore del Ghana. Le stime preliminari indicano un potenziale complessivo del sistema Eban-Akoma tra i 500 e i 700 milioni di barili di idrocarburi in posto. Il settore oil ha guardato anche all’annuncio di Shell che aumenterà i suoi rendimenti per gli azionisti tramite buyback o dividendi rimarcando come il forte aumento dei prezzi del petrolio e del gas ha contribuito a ridurre il debito.
In affanno Stellantis (-0,82%) alla vigilia dell’EV Day 2021 durante il quale il ceo Carlos Tavares svelerà i dettagli della strategia sull’elettrico del gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA. Intanto, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, la Commissione UE starebbe valutando la messa al bando di auto a benzina e diesel tra il 2030 e il 2035.
Sotto pressione anche oggi il settore bancario con i tassi dei Treasury Usa scesi ai minimi a quattro mesi. Unicredit è stata la peggiore con -1,56% in area 9,746 euro. Calo di oltre l’1% per Banco BPM. Per le banche italiane sullo sfondo rimane l’argomento M&A. Sulla stampa continua a tenere banco il possibile spezzatino di MPS, mentre oggi l’Avvenire torna a parlare di una possibile Opa su Banco BPM. Facendo i calcoli sui bonus fiscali del Decreto Sostegno bis, le banche d’affari hanno messo in evidenza benefici per 3,9 miliardi di euro dall’aggregazione UniCredit-Banco BPM contro i 2,9 miliardi del matrimonio UniCredit-Mps e il miliardo di quello Banco BPM-Bper.
Infine, ennesima seduta difficile per Telecom Italia (-1,88%) che nel corso della seduta ha anche violato al ribasso quota 0,40 euro. A pesare sono ancora i timori legati al lento iter verso la creazione di una rete unica in banda larga.