Piazza Affari si allinea all’umore generale e va giù. Occhio alle banche con Unicredit e Banco Bpm
Dopo un breve tentativo di rimbalzo in avvio, Piazza Affari cede alle vendite, allineandosi all’umore generale dei mercati, su cui pesa il timore di una stretta monetaria più aggressiva da parte della Federal Reserve, alla luce del dato sull’inflazione americana, che a gennaio ha accelerato ulteriormente al 7,5%, il livello più alto dal 1982. Dopo l’avvio, l’indice Ftse Mib segna una flessione di oltre 1 punto percentuale in area 26.838 punti.
La probabilità di un rialzo del tasso di 50 punti base a marzo è aumentata a quasi l’89% dal 24% di due giorni fa, secondo il FedWatch Barometer di CME Gruppo. Goldman Sachs ha cambiato le sue previsioni e ora prevede ben sette rialzi dei tassi di 25 punti base quest’anno, rispetto ai cinque aumenti previsti in precedenza. In Europa, invece, la numero uno della Bce, Christine Lagarde, in un’intervista rilasciata al quotidiano Redaktionsnetzwerk Deutschland ha voluto precisare: “Alzare i tassi non risolverebbe nessuno dei problemi attuali”, escludendo una politica simile a quella americana.
Tornando a Piazza Affari, nessun titolo vede il segno positivo. Attenzione alle banche, con Banco Bom che non riesce a fare prezzo, sospeso per eccesso di rialzo sul prezzo di controllo con teorico +8%. A spingere gli ordini di buy sul titolo le indiscrezioni stampa che vedono Unicredit pronta a lanciare un’offerta su Banco Bpm.
Tra i più colpiti dalle vendite Banca Mediolanum, in calo del 3%, seguito da Banca Generali e Poste, che cedono entrambi circa il 2%.