Piazza Affari risale con vigore: impennata di Banco BPM, decreto Biden mette KO Amplifon
Ritrovano vigore oggi i mercati azionari e Piazza Affari ritrova la giusta verve. Il Ftse Mib torna in area 25 mila andando a chiudere la settimana a 25.051,82 punti, con un rialzo giornaliero dell’1,67%. Si stemperano i timori di rallentamento della ripresa che avevano contribuito al violento sell-off della vigilia insieme alla prospettiva di una Fed meno accomodante. Sullo sfondo rimangono le preoccupazioni per l’aumento dei casi Covid legati alla variante delta, anche se la presenza dei vaccini rende poco probabili scenari di nuove misure restrittive della stessa entità di quelle passate.
A Piazza Affari in recupero le banche con Banco BPM miglior titolo di giornata con +5,8%. Molto bene anche Stellantis (+2,8%) che ieri ha annunciato investimenti per 30 mld di euro sull’elettrico con l’obiettivo di arrivare a oltre il 70% delle sue vendite rappresentato da veicoli a bassa emissione entro il 2025. Sponda al settore automotive arriva oggi dai solidi numeri diffusi da Volkswagen che ha diffuso i dati preliminari del primo semestre con utile operativo visto a circa 11 miliardi di euro, ossia sopra i i livelli pre-pandemia sotto la spinta di una forte domanda in Europa e Stati Uniti.
Violenta ondata di vendite nel pomeriggio su Amplifon arrivata a cedere il 6,4% dopo la notizia del decreto presidenziale che verrà firmato oggi da Joe Biden. Il decreto è volto a promuovere la concorrenza sui mercati e incoraggia regole più ferree al fine di evitare posizioni dominanti in alcuni settori. Nel mirino anche l’industria degli apparecchi acustici. I costi eccessivi che permettono solo al 14% circa dei 48 milioni di americani con problemi di perdita di udito di utilizzarli, con costo medio superiore ai 5mila dollari al paio. I quattro principali player del settore controllano l’84% del mercato.
Infine, in parziale ripresa oggi Telecom Italia (+1,4% a 0,391 euro) che ieri ha dovuto fare i conti con la decisione dell’Antitrust di avviare un’istruttoria riguardo ad alcune clausole dell’accordo fra Tim e Dazn per la distribuzione e il supporto tecnologico relativo ai contenuti dei Pacchetti 1 e 3 dei diritti per la visione delle partite di Serie A nel triennio 2021-2024. Oggi intanto gli analisti di Equita hanno tagliato il rating su TIM da buy a hold (tp sceso da 0,5 a 0,42 euro) rimarcando come il deterioramento nella disciplina dei prezzi e un gap di prezzo che si è significativamente allargato tra TIM e i concorrenti, rende difficile per TIM mantenere il trend di leggera crescita dell’ARPU fisso che gli analisti della sim milanese avevano ipotizzato in precedenza (+1% CAGR) pur con il contributo dell’offerta calcio.