Piazza Affari riesce a chiudere sopra 26 mila dopo inflazione Usa: protagonista STM, giù Saipem
Alla fine, il dato sull’inflazione Usa non è stato sufficiente a dare fiato ai listini europei. Non ha fatto eccezione Piazza Affari che, dopo una decisa accelerazione iniziale in scia alla pubblicazione del Cpi, è tornata sui suoi passi e ha limato i guadagni. Complice il cambio di passo di Wall Street (dopo un avvio positivo ha virato in rosso), la giornata ha visto il Ftse Mib terminare gli scambi a quota 26.027,07 punti, mostrando un +0,39%. Il market mover di giornata è stato senza dubbio il dato sull’inflazione americana, l’ultimo aggiornamento prima della riunione della settimana prossima della Federal Reserve (Fed). In particolare, l’inflazione degli Stati Uniti misurata dall’indice dei prezzi al consumo è salita ad agosto del 5,3%, come da attese, e in lieve rallentamento rispetto al +5,4% precedente. Su base mensile, il dato è cresciuto dello 0,3%, meno del +0,4% stimato e in rallentamento rispetto al +0,5% di luglio. I salari reali sono saliti tuttavia su base settimanale dello 0,3%, più del calo dello 0,1% previsto.
Osservando le performance dei singoli titoli del Ftse Mib, la maglia di migliore l’ha indossata oggi STMicroelectronics (+3,6%). Il titolo del gruppo italo-francese dei chip è finito sotto la lente d’ingrandimento di Credit Suisse che ha ritoccato verso l’alto le stime e il target price. Il prezzo obiettivo sale a 46,5 euro dal precedente 41, con il rating che resta outperform. “Riteniamo che STM rimanga ben posizionata per una sostenuta crescita, puntando a raggiungere vendite per 14,5 miliardi di dollari e Ebit margin vicino al 19% nel 2023”, segnalano gli esperti. Hanno rialzato la testa oggi in Borsa Amplifon (+3.2%) che ieri aveva chiuso in deciso calo in scia alla diffusione delle linee guida strategiche e gli obiettivi finanziari per il triennio 2021-2023, e DiaSorin che ha messo a segno un +2,6% e ha riconquistato la soglia dei 200 euro. Segno più anche per Stellantis (+0,7%) che non è però riuscita a chiudere sopra la soglia dei 17 euro. Secondo indiscrezioni Bloomberg, la casa automobilistica è impegnata in un negoziato con il partner cinese Guangzhou Automobile Group Co. per assumere il controllo della joint venture paritetica relativa al marchio Jeep in Cina.
Il terzetto delle peggiori ha invece visto sul gradino più alto del podio salire Saipem con un calo del 2,1% nonostante le positive performance del petrolio. Debole anche Telecom Italia (-1,8%) e due big bancari del Ftse Mib, ovvero Banco Bpm (-1,3%) e UniCredit (-1,2%).