Piazza Affari in rosso: Ftse Min -3,3%. Eni guida i ribassi del comparto oil
Piazza Affari chiude in deciso ribasso, una seduta partita male e finita peggio. Complice la discesa di Wall Street dopo il crollo storico del Pil degli Stati Uniti nel secondo trimestre per effetto del Covid (-32,9% su base annualizzata). Il tonfo era ampiamente atteso, ma ha comunque peggiorato l’umore degli investitori già provati dalla caduta del Pil della Germania e da alcune deboli trimestrali societarie. Come se non bastasse, un tweet di Donald Trump ha instillato il dubbio di un possibile rinvio delle elezioni presidenziali del 2020 a causa del coronavirus, facendo scivolare in secondo piano il messaggio accomodante arrivato ieri sera della Federal Reserve (Fed).
In questo quadro l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso del 3,28% a 19.228,47 punti in una seduta caratterizzata da una raffica di trimestrali. Nessun titolo del paniere principale è riuscito a strappare segno più. Solo Prysmian è riuscita a chiude sulla parità. La peggiore è stata Eni che ha guidato al ribasso il comparto oil, nel giorno dei conti. Nel secondo trimestre del 2020 il gruppo del Cane a sei zampe ha riportato una perdita netta di 4,41 miliardi di euro, contro l’utile da 0,42 miliardi del corrispondente periodo del 2019. I risultati sono stati penalizzati dall’effetto Covid e dalle condizioni di oversupply di petrolio e gas. Il titolo ha segnato a fine giornata un tonfo del 7%, seguita da Saipem, in ribasso del 6,5%.
Tra le peggiori anche le banche, con Unicredit in calo del 4,9%. Il comparto bancario è stato penalizzato sui listini d’Europa dal gruppo britannico LLoyds dopo una perdita al lordo delle imposte nel primo semestre del 2020, e dalla spagnola Bbva che ha riportato un -50% circa dell’utile netto del secondo trimestre.