Piazza Affari e Borse europee verso un avvio negativo. I temi da monitorare
La seduta di oggi dovrebbe avviarsi in territorio negativo per Piazza Affari e le Borse europee, in scia ai ribassi di Wall Street e dei listini asiatici con i rendimenti obbligazionari in aumento che continueranno a favorire le vendite sull’azionario. L’indice europeo Stoxx 600 ha già visto tre sessioni di calo nelle ultime quattro e ieri l’indice milanese Ftse Mib ha chiuso con un -0,74% a 27.483 punti.
Questa mattina Tokyo ha perso fino a -3% circa, chiudendo in calo del 2,80%. Male anche gli altri listini asiatici (Shanghai cede lo 0,63%, Hong Kong -0,42%, Sidney -1,03%, Seoul -0,73%). Ieri il Dow Jones è capitolato di 540 punti, zavorrato dallo scivolone di Goldman Sachs, crollato fino a -7% dopo la diffusione della trimestrale; l’S&P500 è sceso dell’1,8%, il Nasdaq Composite è scivolato del 2,6%.
Il sentiment generale dei mercati resta dominato dall’evoluzione dei rendimenti dei Treasury Usa a una settimana dalle decisioni della Federal Reserve, che potrebbero segnare un’accelerazione dell’inasprimento della sua politica monetaria. Il rendimento dei Treasury a due anni, il più soggetto all’influenza delle aspettative sui tassi, continua a salire all’1,05%, superando la soglia dell’1% per la prima volta in due anni, e il decennale continua ad avvicinandosi alla soglia del 2% arrivando a 1,877%, al record dal gennaio del 2020.
Questo movimento si basa principalmente sul recente cambiamento delle aspettative sulla Fed. Anna Wong, responsabile economista di Bloomberg Economics, ritiene che, in base alla BE rule (la regola di Bloomberg Economics), a questo punto la Federal Reserve potrebbe alzare i tassi sui fed funds di 50 punti base nel mese di marzo, per poi procedere con altre cinque strette monetarie, ciascuna di 25 punti base, fino alla fine del 2022. Da segnalare quanto detto venerdì scorso Jamie Dimon, amministratore delegato e presidente di JP Morgan, che ha paventato fino a sette rialzi dei tassi sui fed funds.
Come se non bastasse dal fronte macro questa mattina è giunto l’ennesimo scatto in avanti dell’inflazione britannica. Nel mese di dicembre si è attestata al 5,4% dal 5,1% precedente. Il mercato si attendeva solo una lieve risalita al 5,2% a dicembre. Dati che saranno guardati da vicino dalla Bank of England in vista della prossima riunione di politica monetaria.
Oltre alle preoccupazioni legate alle politiche monetarie, si aggiungono l’aumento ininterrotto dei prezzi del petrolio, ai massimi dal 2014, e le tensioni geopolitiche, soprattutto intorno all’Ucraina.
La sessione sarà poi animata da una serie di risultati trimestrali sia in Europa sia negli Stati Uniti, tra cui quelli di ASML, Bank of America, Morgan Stanley e Procter & Gamble.