Piazza Affari chiude settimana in sofferenza: -1,8% il Ftse Mib con Poste KO
Finale di settimana in affanno per Piazza Affari, che prosegue la strada dei cali imboccata ieri complice l’intonazione più hawkish della Bce per contrastare l’inflazione. Il Ftse Mib ha chiuso a 26.603 punti (-1,79%). Dopo Bce e Boe di ieri, oggi tornano in primo piano i dati macro, con le non farm payrolls statunitensi che hanno sorpreso in positivo a gennaio evidenziando la crescita di 467.000 unità dei posti di lavoro contro i 510.000 di dicembre (dato rivisto al rialzo da 199.000 precedente). Il consensus era di solo +150.000. Numeri che non hanno scaldato i mercati in quanto gli investitori temono che la forza del mercato del lavoro induca la Fed ad essere più aggressiva valutando anche un rialzo di mezzo punto percentuale dei tassi a marzo. Wall Street si muove pertanto contrastata alle 17:30 nonostante il boom di Amazon (+12%) dopo la trimestrale record.
Ritracciano oggi le banche, ieri unico settore a schivare le vendite. Male Intesa Sanpaolo (-2,24% a 2,667 euro) nel giorno della pubblicazione dei conti e del nuovo piano. Per la banca guidata da Carlo Messina il 2021 è stato chiuso con un utile netto pari a 4,185 miliardi di euro. Il nuovo piano d’impresa 2022-2025 del gruppo Intesa Sanpaolo prevede oltre 22 miliardi di euro nel periodo 2021-2025 da dividendi cash con payout ratio al 70% in ciascun anno del piano e un buyback di 3,4 miliardi nel 2022.
Guardando alle altre big, Eni è stato tra i pochi titoli a salire segnando +1,44% a 13,48 euro. Il Cane a sei zampe e HitecVision hanno deciso di lanciare un’offerta pubblica iniziale di azioni di Vår Energi, con il debutto previsto sulla Borsa di Oslo il 16 febbraio 2022.
Giornata da dimenticare per Poste Italiane, arrivata a cedere oltre il 6%. Le vendite arrivano sulla scia delle pressioni sui rendimenti del Btp in seguito ai toni più hawkish mostrati ieri dalla Bce. Sul titolo pesano anche alcune indiscrezioni, riportate da Il Messaggero, secondo le quali Poste e Cassa Depositi e Prestiti avrebbero deciso di “congelare” le operazioni legate al Superbonus, sospendendo l’acquisto dei crediti fiscali legati agli incentivi edilizi a causa delle inchieste sulle presunte frodi. Gli analisti di Equita, pur mantenendo il giudizio “Buy” sul titolo con target price 14 euro, hanno ridotto di 50 punti base il peso di Poste nel portafoglio.
Molto male anche Stellantis a -5,25%. Nelle retrovie anche oggi Saipem che lascia sul terreno il 3,24% a conclusione di una settimana da dimenticare segnata dal terzo profit warning consecutivo.
Infine, seduta incolore anche per Enel (-2,07% a 6,639 euro). Ieri a mercati chiusi il big italiano dell’energia ha annunciato i risultati preliminari per il 2021 che vedono i ricavi salire a 88,3 miliardi di euro (+33,8%) e l’Ebitda attestarsi a 19,2 miliardi (+6,7%), mentre l’indebitamento finanziario netto a fine 2021 ha raggiunto quota 52 miliardi. Secondo gli analisti di Barclays il 2022 dovrebbe portare più visibilità su uno dei punti chiave relativi alla nuova strategia Enel presentata nel corso del suo capital market day di novembre, ovvero la riallocazione del capitale.