Piazza Affari chiude in calo, Ftse Mib torna sotto i 23mila punti. Exploit di A2a, bene Stellantis
Piazza Affari fallisce il tentativo di rimbalzo e chiude in calo. Dopo un avvio positivo, l’indice Ftse Mib ha invertito la rotta, terminando gli scambi con un ribasso dell’1,11% a 22.921,83 punti, sotto la soglia psicologica dei 23.000 punti. Complice la debolezza di Wall Street in scia ai brutti numeri arrivati dal fronte macro, con le richieste di sussidi alla disoccupazione che sono balzate ben oltre le attese (861mila contro un consensus di 773mila) a conferma di come il mercato del lavoro americano continui a soffrire gli effetti della pandemia Covid-19. Sempre protagonisti anche i timori su una brusca impennata del tasso di inflazione Usa, complice il boom dei prezzi del petrolio, che hanno testato nuovi massimi, e il rialzo dei rendimenti dei Treasuries. I tassi decennali salgono al di sopra della soglia dell’1,31%.
Tra i titoli del paniere principale di Piazza Affari, exploit di A2A che ha chiuso come miglior titolo con un progresso di oltre l’1%. Acquisti anche su Stellantis, che con un +0,56% si è unita al coro di rialzi dell’intero settore auto in Europa in scia al rumor su una potenziale Ipo di Porsche. Secondo quanto riporta Bloomberg, Volkswagen starebbe considerando una possibile quotazione della propria controllata Porsche, come alternativa allo spin-off. I proventi verrebbero utilizzati per acquisizioni o investimenti tecnologici. La quotazione potrebbe avvenire, secondo i rumors, già l’anno prossimo. Stando a Manager Magazin, potrebbe essere collocato fino a un massimo del 25% delle azioni della società.
E’ riuscita a schivare le vendite Campari (+0,12%) nel giorno dei risultati finanziari. Il gruppo del beverage italiano ha archiviato il 2020 con vendite nette pari a 1,77 miliardi di euro (consensus Bloomberg a 1,78 miliardi), mentre l’utile netto è sceso del 39,1% a 187,9 milioni dopo rettifiche operative, finanziarie e fiscali per 14,2 milioni (l’utile netto rettificato è scivolato del 24,4% a 202,1 milioni). Campari ha comunque proposto un dividendo annuale per l’esercizio 2019 pari a 0,055 euro per azione (consensus Bloomberg a 0,056 euro), in linea con l’anno precedente.
I titoli del comparto oil hanno invece rallentato la loro corsa iniziale, innescata da una nuova fiammata del petrolio. A fine giornata Saipem ha segnato un debole +0,08%, mentre Eni è scivolata dello 0,8% in attesa dei conti che verranno diffusi domani. Tenaris ha addirittura terminato tra i peggiori titoli del Ftse Mib con un -2,3%. Sul fondo del listino anche Leonardo (-2,7%) che oggi ha annunciato la firma di un accordo quadro con Danieli e Saipem insieme la riconversione green dell’acciaio. Le tre società hanno deciso di proporsi assieme in progetti di riconversione sostenibile di impianti primari energy intensive nel settore siderurgico, sia in Italia sia all’estero.
Deboli le banche, in scia alla rimonta dello spread tornato verso quota 100, dopo i forti cali delle sessioni precedenti. Si smorza l’effetto del governo Draghi, che ieri ha incassato il voto di fiducia al Senato. Tra le singole storie, sono tornate con insistenza le voci di grandi manovre per una futura fusione tra Banco Bpm e Bper, in ribasso rispettivamente dello 0,6% e dell’1,7%. La Stampa ha parlato di interlocuzione tra il ceo di Banco BPM, Giuseppe Castagna, e Carlo Cimbri, ad di Unipol (che detiene la quota maggioranza relativa di Bper) volte a definire la governance del futuro gruppo. In tal senso ci sarebbe da sciogliere il nodo relativo al ruolo che avrà l’attuale ad di Bper, Alessandro Vandelli. L’operazione vera e propria partirebbe nella seconda metà dell’anno, una volta che Bper avrà completato l’integrazione degli sportelli ex Ubi Banca.