Piazza Affari chiude febbraio in calo, male le banche
Piazza Affari archivia il mese di febbraio con l’ennesima seduta molto volatile. La Borsa di Milano ha dimezzato i cali sul finale grazie alla buona tenuta di Wall Street dopo un weekend di escalation di tensioni legate all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Sabato l’Unione Europea, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e altre nazioni occidentali hanno concordato di tagliare fuori dal sistema di pagamenti internazionali SWIFT alcune banche russe e imporre restrizioni alla Banca centrale russa. Mossa che porterà inevitabilmente a mancati pagamenti e al blocco di parte del flusso di beni, servizi e materie prime, con un’inflazione più elevata e più a lungo. Nuovo scenario che dovrebbe indurre la Bce a un atteggiamento più cauto, come sottolineato oggi da Fabio Panetta, membro del board della banca centrale Europea.
A Milano il Ftse Mib ha chiuso le contrattazioni a 25.415 punti, in ribasso dell’1,39%. Nuova giornata difficile per i bancari capitanati da UniCredit (-10,45% a 11,266 euro), tra le banche Ue più esposte in Russia. Male anche Intesa Sanpaolo che lascia sul parterre circa il 7,5 per cento. Si guarda agli effetti dell’estromissione di alcune banche russe dal sistema SWIFT. Intanto la Bce ha valutato che Sberbank Europe AG e le sue due controllate in Croazia e Slovenia sono in dissesto o rischiano di fallire a causa del deterioramento della loro situazione di liquidità. Sberbank Europe AG ha sede in Austria ed è controllata dalla russa Sberbank, il cui azionista di maggioranza è la Federazione Russa (50% più un’azione con diritto di voto). Sberbank Europe AG è una delle sette banche austriache vigilate direttamente dalla BCE. A fine 2021, la banca aveva un patrimonio di 13,6 miliardi di euro.
Male oggi anche il settore automotive. A Milano il titolo Stellantis ha ceduto il 3,46%, mentre Pirelli è scesa di quasi il 5 per cento.
Tra i titoli in controtendenza spicca il rally di Leonardo (+15,77% sopra gli 8 euro) dopo che la Germania ha annunciato un aumento significativo della spesa militare in risposta alla situazione Ucraina-Germania. La Germania investirà 100 mld di euro nella difesa e porterà al 2% le spese militari sul Pil ogni anno, da 1,5%. L’incremento vale 20 mld in più all’anno. Leonardo è presente in Germania nell’elettronica per la difesa attraverso il 25% di Hensoldt. “Dopo il rimbalzo del 21% dell’ultima settimana, ai prezzi attuali la partecipazione rappresenta il 10% della market cap, (pari a meno di 400 milioni contro i 600 milioni dell`entry price)”, sottolinea Equita SIM.
Infine, tra i segni più si segnalano Tenaris (+2,74%) e Saipem (+3,8%) grazie al balzo del prezzo del petrolio.