Petrolio in fiamme con Russia-Ucraina: Brent supera anche quota $110, WTI oltre $109 al barile
Prosegue la corsa scatenata dei prezzi del petrolio, alimentata dalla paura di un taglio delle forniture di commodities da parte della Russia, gigante mondiale delle materie prime.
I prezzi del Brent hanno superato anche la soglia di $110 al barile; rally anche per il contratto WTI scambiato a New York, balzato fino a oltre +5% a $109,23 al barile, al record dal settembre del 2013.
Nella sessione di ieri, il WTI era schizzato dell’8,03%, terminando la sessione a $103,41 al barile.
Il Brent è volato nelle ultime ore fino a +5,6% a $110,84, al valore più alto dal luglio del 2014, dopo aver chiuso la sessione della vigilia con un balzo del 7,15% a $104,97.
Sale sui mercati il panico sulla scarsità dell’offerta di petrolio e di gas: dopo le sanzioni, è aumentata di fatto la paura che Vladimir Putin possa decidere di chiudere i rubinetti dell’energia che la Russia produce.
“Questo è un momento drammatico per il mercato, il mondo e le forniture – ha commentato alla Cnbc John Kilduff, partner di Again Capital – E’ chiaro che il mondo dovrà alzare la voce contro la Russia bloccando anche le sue esportazioni di petrolio”. Qualcosa che il mondo non può permettersi tuttavia di perdere.