Petrolio: boom Brent verso quota $71 con Opec+, attacco Saudi Aramco e minaccia Iran di ‘radere al suolo Tel Aviv e Haifa’
Boom per i prezzi del petrolio, con il Brent che supera anche la soglia dei 70 dollari, sulla scia di un mix di rinnovarsi di tensioni geopolitiche e di ottimismo per il mercato del lavoro Usa. Incide ovviamente anche la decisione dell’OPec+, la scorsa settimana, di lasciare inalterata l’offerta di petrolio. Nel fine settimana, un drone ha attaccato inoltre un porto petrolifero saudita lanciando un missile balistico sugli impianti della Aramco, nella zona a est dell’Arabia Saudita. A comunicarlo è stato lo stesso ministero dell’energia saudita, che ha reso noto che “una delle aree di serbatoi di petrolio al porto di Ras Tanura, tra i porti petroliferi più grandi al mondo, è stata attaccata da un drone, proveniente dal mare”. Attenzione inoltre alla minaccia che il ministro della Difesa iraniano Amir Hatami ha lanciato a Israele, con il ministro della difesa Amir Hatami che, nella giornata di ieri, ha affermato che Israele sa bene che, nel caso in cui dovesse concretizzarsi un attacco militare israeliano contro l’Iran, “noi raderemmo al suolo Tel Aviv e Haifa”. I prezzi del petrolio sono in forte rialzo in Asia dopo i rally della scorsa settimana, che hanno portato il Brent a volare del 5,2%, in rialzo per la settima settimana consecutiva per la prima volta dallo scorso dicembre, e il WTI schizzare di del 7,4%. Ora il contratto WTI scambiato a New York balza di oltre +2% a $67,47 al barile, mentre il Brent segna un rally del 2,16% a $70,89 al barile.
La scorsa settimana i maggiori produttori di petrolio hanno deciso di mantenere stabile la produzione di aprile. Solo la Russia e il Kazakistan potranno aumentare la produzione rispettivamente di 130.000 e 20.000 bl/d. L’Arabia Saudita ha anche indicato che estenderà la sua riduzione volontaria della produzione di 1 milione di barili al giorno. La prossima riunione Opec+ è prevista per il 1 aprile per discutere i livelli di produzione per maggio. Gli analisti avevano previsto un aumento concordato dell’offerta fino a 1,5 milioni di barili al giorno.