News Notizie Indici e quotazioni Paura Covid a Wall Street, timori variante Delta fanno capitolare il Dow Jones di oltre -650 punti

Paura Covid a Wall Street, timori variante Delta fanno capitolare il Dow Jones di oltre -650 punti

19 Luglio 2021 15:44

(in aggiornamento)

Prezzi del petrolio – in particolare del WTI – che bucano la soglia di $70 al barile, in perdita fin oltre -3,5%. Tassi decennali dei Treasuries Usa che capitolano anche sotto quota 1,22%, al minimo in cinque mesi. Azioni tramortite da pesanti sell off.

La paura della variante Covid-19 azzoppa gli asset più rischiosi, alimentando gli acquisti su quelli considerati meno rischiosi, come i titoli di stato Usa.

Il Dow Jones perde pochi minuti dopo l’inizio della sessione a Wall Street fino a -650 punti; lo S&P 500 e il Nasdaq Composite cedono l’1,2%.

Negli Stati Uniti, i contagi sono tornati a salire questo mese, a causa del diffondersi della variante Delta tra i non vaccinati.

Stando ai dati del CDC, nei sette giorni terminati venerdì scorso gli Usa hanno fatto fronte a una media di quasi 30.000 nuovi casi al giorno, in deciso rialzo rispetto alla media di 11.000 nuovi casi al giorno del mese scorso.

Cedono così a Wall Street soprattutto i titoli da reopening, ovvero quelli che hanno beneficiato della riapertura delle economie come le azioni delle compagnie aeree: United Airlines perde quasi il 4%, in perdita di oltre il 3% e del 4% circa Delta e American Airlines.

Con la variante Delta che si sta diffondendo ovunque nel mondo, perdono i titoli delle multinazionali del calibro di Caterpillar, Boeing (che cede quasi il 4%) e General Motors (-3,3%).

Tra i titoli peggiori, anche quelli del settore oil ed energetici, come ConocoPhillips ed Exxon Mobil, in flessione del 3% circa. Le azioni pagano, oltre al timore di un nuovo rallentamento della domanda, che si verificherebbe sicuramente nel caso in cui il mondo intero ricorresse a nuove misure di lockdown, la decisione sulla produzione dei prossimi mesi annunciata finalmente dall’Opec+, dopo una serie di fumate nere.

“La produzione complessiva – si legge nel comunicato diramato ieri dall’Opec+ – sarà rivista al rialzo su base mensile, e a partire da agosto del 2021, di 400.000 barili al giorno, fino a liberare 5,8 milioni di barili al giorno. Nel dicembre del 2021 valuteremo gli sviluppi del mercato e la performance dei paesi partecipanti (all’Opec+)”.

L’associazione ha deciso anche che, a partire dal 1° maggio del 2022, diventeranno effettive le nuove soglie base da cui partire per effettuare i successivi aggiustamenti della produzione. A tal proposito, lo scoglio rappresentato dalle tensioni tra gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita è stato superato proprio con la fissazione di queste nuove soglie base.

Si apre un’ennesima settimana intensa di questa stagione degli utili trimestrali Usa, con nove componenti del Dow Jones che diffonderanno i loro bilanci, così come 76 società quotate sullo S&P 500.

In calendario, tra i tanti, i bilanci di United Airlines e American Airlines, Snap e Twitter, CSX, Johnson & Johnson, Coca-Cola, Honeywell, IBM, Intel e Netflix.

La scorsa settimana il Dow Jones e lo S&P 500 hanno ceduto rispettivamente lo 0,52% e lo 0,97%, mentre il Nasdaq Composite ha fatto di peggio, riportando una flessione dell’1,87%, concludendo così la settimana peggiore dal mese di maggio.

Sempre la scorsa settimana dal fronte dei bilanci sono stati protagonisti i titoli delle banche più importanti degli Usa.

In generale, gli analisti di BMO hanno fatto notare che, prima dell’inizio della stagione degli utili, 66 aziende quotate sullo S&P 500 hanno diffuso una guidance positiva sugli utili per il trimestre, al record da almeno il 2006.

“La stagione degli utili del secondo trimestre è arrivata e per le azioni Usa prevediamo un altro periodo di crescita stellare, con il tasso di crescita dell’eps dello S&P 500 ssu base annua pari al momento al 65,5%, ovvero al record dal quarto trimestre del 2009.