News Notizie Notizie Italia Pagamenti con bancomat e carte: arriva la multa per i negozianti che non li accettano

Pagamenti con bancomat e carte: arriva la multa per i negozianti che non li accettano

14 Dicembre 2021 13:42

La Camera ha approvato l’emendamento al dl Recovery che introduce per i commercianti una multa di 30 euro più il 4% del valore della transazione per la mancata accettazione di pagamenti con bancomat o carte di credito.

Esultano le associazioni dei consumatori, come il Codacons che sottolinea come la misura era attesa da sette anni. Già a partire dal 2014, con il decreto legge numero 179/2012 del governo Monti, era stato introdotto in Italia l’obbligo per negozianti e professionisti di accettare i pagamenti con Pos. Poi era stata la volta del governo Renzi che con la legge di stabilità 2016 (Legge 28 dicembre 2015, n. 208) aveva introdotto una sanzione, che però doveva essere fissata con decreti che non hanno mai visto la luce. Poi se ne era riparlato con il governo Conte II, nel dl fisco, ossia il decreto collegato alla manovra 2020 (decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124), che introduceva esattamente le sanzioni previste ora, ossia 30 euro + il 4% del valore della transazione per la quale è stata rifiutata l’accettazione del pagamento.

“Ora finalmente le cose potrebbero cambiare e, grazie alle sanzioni per chi rifiuterà i pagamenti digitali, sarà possibile rendere davvero efficace la misura che introduce l’obbligo per gli esercenti di accettare i pagamenti con Pos”, afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.

Dello stesso parere anche l’Unione Nazionale dei Consumatori e Assoutenti. Quest’ultima però sottolinea gli elevati costi interbancari a carico dei negozianti su cui bisognerebbe intervenire: “Va però sottolineato – aggiunge infatti il presidente Furio Truzzi – che i costi legati al Pos a carico dei commercianti restano tuttora elevati: è necessario azzerare del tutto le commissioni interbancarie e gli altri balzelli richiesti agli esercenti, perché i pagamenti elettronici non possono arricchire le casse delle banche e delle società che emettono le carte di credito e pesare sulla categoria degli esercenti”.