Nadef, Gualtieri: se riusciamo a contenere contagi COVID risultati Pil anche migliori
“Se riusciremo a contenere la ripresa delle infezioni da Covid-19 con misure selettive, sono fiducioso che i risultati del 2020-2021 non saranno lontani da quanto previsto – spero migliori – per quanto riguarda il 2021”. E’ quanto ha detto al Sole 24 Ore il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, commentando le stime sul Pil presenti nel NaDef, che indicano una ripresa del prodotto interno lordo italiano del 6% per l’anno prossimo.
“La previsione macroeconomica presentata nella Nadef resta valida. I rischi al ribasso esistono e non l’abbiamo certo nascosto, basta leggere la Nadef. Ricordo tuttavia che, per quanto riguarda il 2020, il -9 per cento che stimiamo sui dati annuali del Pil si basa su un forte rimbalzo nel terzo trimestre, che alla luce dei dati più recenti appare altamente probabile e potrebbe anche risultare superiore alle nostre stime, seguito da una crescita solo lievemente positiva nel quarto. La previsione per l’ultimo trimestre è compatibile con variazioni lievemente negative di alcuni indicatori mensili nei mesi autunnali dovuta a un aumento dei contagi”.
Alla domanda del Sole, che ricorda come le stime della Nadef, ipotizzino un tasso di crescita medio del 4,1% nel triennio 2021-23, e del 2,8% nel periodo 2021-26, e che solleva il timore di un rialzo del debito, nel caso in cui queste previsioni non venissero centrate, Gualtieri ha risposto che, “per il rapporto debito/Pil, è vero che lo scenario programmatico si basa su un sentiero di crescita del Pil, ma si tratta, lo ribadisco, di previsioni prudenziali tenuto conto degli investimenti aggiuntivi finanziati col Next Generation Eu”.
“Se la strategia di politica economica che abbiamo disegnato sarà attuata, il debito pubblico dell’Italia si ridurrà e sarà del tutto sostenibile. Occorre sottolineare che grazie all’eliminazione delle clausole di salvaguardia la nostra strategia di finanza pubblica è realistica e credibile perché a differenza del passato non si basa sulla promessa di una futura massiccia correzione di bilancio. Peraltro nel nostro scenario non abbiamo stimato l’effetto positivo di una ulteriore riduzione degli interessi sul debito che appare verosimile”.