Italia: produzione industriale rallenterà anche a gennaio, Pil I trimestre visto soltanto a +0,2%
Le prospettive per l’inizio del 2022 non sono incoraggianti per l’economia italiana. Ne è convinto Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING, alla luce dei dati sulla produzione industriale pubblicati questa mattina dall’Istat. L’indagine trimestrale dell’istituto di statistica nazionale sui vincoli alla produzione segnalava che le imprese indicano nella insufficiente capacità produttiva il vincolo più stringente, ma che anche la scarsa disponibilità di manodopera rappresenta un limite crescente alla produzione.
Più recentemente, i dati della fiducia delle imprese hanno evidenziato un deterioramento in atto. In gennaio la fiducia delle imprese manifatturiere è calata leggermente e l’indice dei direttori acquisti delle imprese manifatturiere ha registrato una contrazione più consistente, dovuta al persistere dei problemi delle catene di approvvigionamento. Il deterioramento della fiducia ha verosimilmente a che vedere anche con il boom dei prezzi dell’energia che assieme agli aumenti delle materie prime, stanno comprimendo i margini delle imprese.
Le notizie che riportano temporanei stop alla produzione da parte di imprese che operano in settori energivori mostrano come la forte inflazione dei prezzi energetici non sia più solo un problema di domanda e di consumi, ma stia diventando rilevante anche sul fronte dell’offerta.
“Sulla base degli indicatori ad alta frequenza disponibili ci aspettiamo che la produzione industriale si sia contratta su base mensile anche in gennaio”, afferma l’esperto di ING, che prevede: “In una prospettiva di crescita del Pil, al momento ci aspettiamo per il primo trimestre una crescita dello 0,2% su base trimestrale, con rischi significativi di una sorpresa negativa se gli squilibri sul fronte dei prezzi dovessero persistere nel corso del trimestre”.