Italia: inflazione salita al 2,1% ad agosto. La spinta arriva dal caro energia, ma crescono anche gli alimentari
In Italia l’inflazione continua ad accelerare, portandosi a un livello che non si registrava da gennaio 2013 (quando fu +2,2%), a causa per lo più dei prezzi dei Beni energetici che continuano a registrare una crescita molto ampia sia per la componente regolamentata sia per quella non regolamentata. Accelerano però anche i prezzi dei Beni alimentari sia lavorati sia non lavorati, determinando così il ritorno alla crescita dei prezzi del cosiddetto carrello della spesa (non accadeva da febbraio 2021).
Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di agosto l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento dello 0,5% su base mensile e del 2,1% su base annua (da +1,9% del mese precedente). L’accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve prevalentemente a quella dei prezzi dei Beni energetici (da +18,6% di luglio a +19,8%). Hanno contribuito a questa dinamica, ma in misura minore, i prezzi degli Alimentari lavorati (che accelerano da +0,2% a +0,8%) e quelli degli Alimentari non lavorati (che invertono la tendenza da -0,2% a +0,8%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto da una parte a fattori stagionali che influenzano la crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,8%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,7%) e dall’altra ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+1,7%) e degli Alimentari sia lavorati (+0,6%) sia non lavorati (+0,4%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile a +0,6%, mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera da +0,4% a +0,6%.