Italia: cresce paura per nuova recessione, rischio di perdere 50 mld di Pil nel 2022
Cresce la paura per una nuova recessione: sarebbe la terza in dieci anni, anche se per ora è prematuro parlare di Pil negativo che appare come una prospettiva esagerata. Al momento le previsioni per il 2022 continuano a cambiare: prima della guerra si indicava un +4,7%, adesso il governo, con il nuovo Documento di economia e finanza, stima un +3,1% anche se appare più verosimile una prospettiva più bassa attorno a un +2,8%. È quanto emerge da un’analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo la quale, la minore crescita farà perdere circa 50 miliardi di euro di Pil quest’anno.
“C’è pessimismo sulle prospettive economiche, il conflitto è arrivato quando eravamo sulla via della ripresa post-Covid – ha commentato il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora – Le cause del brusco rallentamento dell’economia sono l’inflazione e, quindi, l’aumento dei prezzi (delle materie prime e al consumo) che già stanno mettendo in difficoltà i cittadini. Pesa soprattutto l’incertezza per le imprese e per le famiglie. La guerra sta durando più del previsto. Le conseguenze di una recessione sarebbero ancora più pesanti in Italia, sia economicamente sia socialmente e metterebbero a rischio anche gli effetti positivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)”.
Secondo Unimpresa, di fronte ci sono due incognite e una certezza. Le due incognite sono la durata della guerra e l’impatto della stessa guerra sull’economia. La certezza è l’inflazione che produce un doppio effetto negativo: riduce il potere d’acquisto dei salari e “mangia” letteralmente i risparmi.
La “tassa occulta” sui 1.640 miliardi di euro depositati in banca dalle famiglie aumenta con l’aumentare dell’inflazione e vale, adesso, 115 miliardi di euro annui.