Intesa-UBI: possibile cessione di ulteriori 100 filiali a Bper allo stesso prezzo
La fusione tra Intesa San Paolo e Ubi Banca pregiudicherebbe la concorrenza. Così il Sole 24 Ore ha riferito che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato una valutazione preliminare alle parti coinvolte nell’Ops nella quale afferma che non può approvare l’accordo perché ritiene che la concentrazione “non sia allo stato degli atti suscettibile di essere autorizzata”. L’Antitrust mette così in stand-by l’acquisizione di Ubi da parte di Intesa Sanpaolo, precisando che “non è stata assunta alcuna decisione” in merito alla “compatibilità” della concentrazione tra Intesa e Ubi Banca “con le regole della concorrenza”.
Lo scorso 17 febbraio Intesa Sanpaolo ha lanciato un’offerta pubblica di scambio per acquisire Ubi Banca, prevedendo al contempo che Bper acquisirà 400-500 filiali con 1,2 milioni di clienti e UnipolSai rileverà i rami d’azienda delle compagnie assicurative Bancassurance Popolari, Lombarda Vita e Aviva Vita partecipate da Ubi.
L’Antitrust ritiene inoltre che “non possa essere preso in considerazione, quale intervento volto a risolvere le criticità concorrenziali dell’operazione in specifici mercati e aree territoriali, il contenuto dell’accordo sottoscritto” da Intesa e Bper, che prevede la cessione a quest’ultima di un pacchetto di 400-500 filiali. Indiscrezioni di stampa suggeriscono che Intesa, avrebbe già offerto all’Antitrust una possibile revisione del perimetro oggetto di cessione, con la possibilità di vendere altre 100 filiali oltre alle 400-500 previste a Bper “senza avvisare il prezzo in modo significativo”, per non superare il 35% della quota di mercato in tutte le province. Le parti possono presentare ulteriore documentazione entro il 15 giugno e il 18 giugno l’Autorità terrà l’udienza finale. Nella seconda metà di luglio l’Autorità dovrebbe emettere il suo parere, dopo aver ricevuto quello di Ivass.