Incubo reflazione nel mondo: tassi Treasuries a 10 anni oltre 1,6%, tassi Giappone a record dal 2016
L’incubo inflazione in Usa continua ad assillare Wall Street. Ieri i tassi dei Treasuries decennali Usa hanno superato nell’arco di poche ore la soglia dell’1,45% schizzando anche oltre l’1,6%, all’1,614%, al record dal 14 febbraio del 2020, con un movimento che alcuni trader hanno chiamato ‘flash move’.
I rendimenti hanno poi ritracciato chiudendo comunque ai massimi in un anno all’1,51%, in rialzo di 12 punti base circa nella sessione. I tassi a 30 anni sono balzati al 2,286%.
A dispetto delle rassicurazioni del numero uno della Federal Reserve Jerome Powell, che sia al Senato che alla Camera ha smorzato i timori su un brusco rialzo dell’inflazione, i tassi sui titoli di stato americani continuano a salire.
I forti sell a Wall Street si spiegano con la paura di un brusco ritorno dell’inflazione negli Stati Uniti: tassi di interesse più elevati potrebbero portare inoltre gli investitori a uscire dall’azionario e a puntare sui bond, oltre a colpire, come sta accadendo, i titoli growth del settore hi-tech.
Ma la paura reflazione attanaglia tutto il mondo, se si considera anche il trend dei tassi dei titoli di stato dell’area Asia-Pacifico: in particolare i tassi dei bond australiani a 10 anni sono saliti all’1,9%, mentre quelli del Giappone sono aumentati allo 0,165%. Nelle ore precedenti i rendimenti giapponesi – per quanto inchiodati sempre allo zero – sono balzati allo 0,181%, record dall’inizio del 2016, secondo i calcoli di FactSet.