Giappone: Pmi manifatturiero al minimo in otto mesi. Crescita costi input mai così forte da tempi crac Lehman
Il Pmi manifatturiero del Giappone stilato congiuntamente da Jibun Bank-Markit si è attestato a settembre a 51,2 punti, in calo dai precedenti 52,7 e al minimo degli ultimi otto mesi. A pesare, i problemi che hanno colpito la catena dell’offerta, e che si stanno manifestando in tante altre parti del mondo.
Il Pmi manifatturiero è rimasto comunque al di sopra dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione dell’attività economica – valori al di sotto – e di espansione – valori al di sopra.
Le aziende manifatturiere giapponesi hanno indicato tuttavia che i costi degli input sono saliti al ritmo più forte dal settembre del 2008, praticamente dal mese del crac di Lehman Brothers.
Le imprese hanno attribuito il balzo ai prezzi più alti delle commodities, dei noli e della forza lavoro.
Il Pmi dei servizi è migliorato a 47,4 punti dai 42,9 punti di agosto (che avevano confermato il valore minimo dal maggio del 2020), rimanendo però ancora in fase di contrazione, a causa dei continui problemi legati alla pandemia Covid.