Fiammata inflazione Usa, paura Fed. ‘La verità è che non si può chiudere un’economia da $20 trilioni e non aspettarsi nessuna scossa’
L’ennesima fiammata dell’inflazione Usa confermata dalla pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo nella giornata di ieri ha rafforzato le speculazioni dei trader su un rialzo dei tassi da parte della Fed più anticipato rispetto alle previsioni.
I futures sui fed funds scommettono ora con una maggiore probabilità su una prima stretta monetaria nel luglio del 2022.
Così ha commentato la nuova fiammata dell’inflazione Usa Ryan Detrick, chief market strategist di LPL Financial, stando a quanto riportato dalla Cnbc:
“L’inflazione rimane ostinatamente alta, con sorpresa di molti, che avevano previsto un calo dei prezzi prima di quanto sta avvenendo. La verità è che non si può chiudere una economia da $20 trilioni e non sentire qualche scossa quando riapre. Ma la nostra speranza è che i problemi che hanno colpito le catene di approviggionamento si risolvano nei prossimi trimestri e che l’inflazione rallenti”.
Nel mese di ottobre, l’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti è schizzato del 6,2% su base annua, al record dal 1990.
Su base mensile, l’indice è balzato del +0,9%, più del rialzo del +0,6% atteso dal consensus degli analisti.
L’inflazione core, ovvero l’inflazione depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi energetici e alimentari, è aumentata dello 0,6%, rispetto al +0,4% stimato e dopo il +0,2% di settembre.
Su base annua, l’inflazione core è avanzata del 4,6%, rispetto al +4,3% atteso, contro il +4% di settembre.