Fed snobbata, Wall Street giù: Dow -300 punti, Nasdaq -1,8%. Dietrofront Snowflake con -12%, focus sterlina post BoE
La Federal Reserve super dovish di Jerome Powell non è riuscita a rassicurare i mercati azionari di tutto il mondo, come ha confermato la chiusura di ieri di Wall Street (dove il Dow Jones ha azzerato la maggior parte dei guadagni e il Nasdaq e lo S&P 500 hanno chiuso negativi), e come stanno confermando oggi anche le borse europee e la stessa borsa Usa. Il Dow Jones perde più di 300 punti (-1,14%), a 27.714 punti circa; lo S&P arretra di oltre 45 punti (-1,34%), a 3.338 punti mentre il Nasdaq scivola di più di 200 punti (-1,84%), a 10.858 punti.
Ancora vendite sui titoli hi-tech, con quelli FAANG che scendono di almeno -1%. Sotto pressione Apple e Amazon, che cedono l’1,5% circa, mentre Tesla capitola di oltre -3%.
Dal fronte macroeconomico, diffuse le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione Usa: nella settimana terminata lo scorso 12 settembre, il numero dei lavoratori americani che hanno fatto richiesta per la prima volta per ricevere i sussidi di disoccupazione si è attestato a 860.000 unità, meno delle 875.000 unità attese dal consensus degli economisti e in rallentamento rispetto alle 893.000 richieste della settimana precedente (dato rivisto al rialzo).
Le persone che tuttora negli Stati Uniti percepiscono i sussidi sono 12,6 milioni, meno dei 13 milioni stimati dal consensus.
Mohammed El-Erian, ex Pimco e responsabile economico di Allianz, ha commentato il dato Usa con un post su Twitter, scrivendo che “la ripresa (dell’economia degli States) continua ma a un ritmo inferiore sia a ciò che è necessario che a ciò che è possibile”.
Si sgonfia intanto il boom della vigilia del titolo Snowflake, che ha lanciato l’Ipo software più imponente della storia. Il titolo perde il 12% circa dopo essere approdato ieri a Wall Street al prezzo di collocamento di 120 dollari ad azione, e aver più che raddoppiato il suo valore durante la seduta salendo fino a +150%.
Snowflake ha venduto 28 milioni di azioni, raccogliendo con l’operazione di Ipo quasi $3,4 miliardi. La scorsa settimana, a conferma dell’endorsement ricevuto da Salesforce e da Berkshire Hathaway di Warren Buffett, Snowflake ha reso noto che entrambe le società avrebbero acquistato ciascuna le sue azioni per un valore di $250 milioni, in un collocamento privato successivo all’operazione di Ipo.
Tornando alla Federal Reserve, il numero uno Jerome Powell ha confermato lui stesso che i tassi sui fed funds Usa saranno lasciati vicini allo zero, almeno fino a quando il tasso di inflazione Usa non salirà oltre il target del 2% per un periodo di tempo non specificato:
“Riguardo ai tassi di interesse, segnaliamo ora che stimiamo appropriato lasciare quelli sui fed funds nel range tra lo zero e lo 0,25%, fino a quando le condizioni del mercato del lavoro non avranno raggiunto livelli coerenti con il riconoscimento, da parte della Commissione, della massima occupazione, e fino a quando l’inflazione non sarà salita al 2%, apprestandosi a superare in modo moderato la soglia del 2% per un qualche periodo di tempo”.
Considerando anche quanto emerso dal dot-plot, i tassi potrebbero rimanere inchiodati allo zero fino al 2024.
Il dollaro Usa punta tuttavia verso l’alto? Gli analisti spiegano la mossa con l’outlook sul Pil e sull’occupazione Usa, che è stato rivisto al rialzo.
Il prodotto interno lordo Usa è visto in calo del 3,7% quest’anno, rispetto al -6,5% atteso a giugno. Migliorato anche l’outlook sulla disoccupazione, con il tasso atteso ora al 7,6% nel 2020, inferiore al 9,6% previsto tre mesi fa. Sull’inflazione, la Fed può stare tranquilla: altro che oltre il 2%, il tasso rimarrà sotto la soglia per anni.
La Federal Reserve stima infatti che il tasso di inflazione Usa, misurato dalla componente core dell’indice delle spese per consumi personali (PCE), escluse le componenti dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, si attesterà al’1,5% nel 2020, all’1,7% nel 2021 e all’1,8% nel 2022.
Occhio al mercato del forex, dove le varie valute prezzano gli annunci delle rispettive banche centrale. Oggi è stato il turno anche della Bank of Japan e della Bank of England.
La Bank of Japan (BoJ) ha mantenuto invariata la propria politica monetaria. Al termine della riunione odierna, la BoJ ha mantenuto i tassi di riferimento invariati a -0,10%, lasciando fermo anche il target sul rendimento dei titoli di stato decennali attorno allo zero per cento. L’istituto guidato da Haruhiko Kuroda ha confermato di voler acquistare un ammontare illimitato di titoli di stato giapponesi, nell’ambito del suo programma di Quantitative easing.
“L’economia giapponese ha iniziato a riprendersi, con l’attività economica che mostra una ripresa graduale, sebbene sia restata una situazione grave a causa dell’impatto di Covid-19 a livello nazionale e internazionale”, si legge nel comunicato. Si tratta di un outlook leggermente migliore rispetto a quello di luglio, quando la BOJ aveva affermato che l’economia giapponese versava in uno “stato estremamente grave”.
Attenzione anche alla Bank of England che non ha escluso il ricorso alla politica dei tassi negativi. La BoE ha lasciato i tassi di interesse invariati, lasciando fermo anche il livello corrente degli acquisti di asset.
Tutti gli esponenti del Monetary Policy Committee (MPC) hanno votato per il mantenimento del principale tasso di riferimento allo 0,10%, dopo i due tagli ai tassi dallo 0,75% decisi all’inizio della pandemia da coronavirus.
Il target per gli acquisti totali di bond è rimasto pari a £745 miliardi. La BoE ha avvertito che l’outlook dell’economia rimane “insolitamente incerto”.
L’euro-dollaro scende dello 0,19%, riducendo le perdite a -0,14% circa e riavvicinandosi alla soglia di $1,18; il dollaro è sotto pressione sullo yen, scendendo dello 0,28% a JPY 104,66; sell off sulla sterlina, che incrementa le perdite sul dollaro, scendendo di oltre mezzo punto percentuale, a $1,2901.
L’euro scende nei confronti dello yen (-0,40% a JPY 123,51), salendo invece sulla sterlina (EUR-GBP +0,37% a GBP 0,9147). Sul franco svizzero la moneta unica è piatta con una variazione pari a +0,02% a CHF 1,0748.