Elezioni anticipate, Messina (Intesa): non facciamo fesserie, abbiamo campione del mondo come presidente del Consiglio’
Elezioni anticipate in Italia? Assolutamente no, “non facciamo fesserie”. Così il numero uno di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, a margine dell’inaugurazione ufficiale del nuovo sito museale di Torino delle “Gallerie d’Italia”. Messina ha parlato di Mario Draghi come di un campione, sottolineando che è necessario che “questo governo debba continuare a lavorare e a far bene le cose”, in una situazione in Italia in cui c’è “un campione del mondo che fa il presidente del consiglio”.
Il ceo di Intesa ha ricordato anche che “abbiamo un problema di debito pubblico enorme”. Dunque, “ci manca solo che spingiamo tutti per andare ad elezioni adesso”.
Piuttosto, “bisogna fare in modo che questo governo duri e che faccia le cose con intelligenza. Certo, non vanno commissariati i partiti, ma questo Paese deve continuare a governare con Draghi, presidente del consiglio. È irresponsabile pensare diversamente”, ha affermato Messina rispondendo alle domande del direttore de La Stampa Massimo Giannini.
“Dobbiamo uscire da una fase fase di picco di inflazione e povertà con una figura che gode del massimo della credibilità a livello internazionale” in modo tale che, tra 12 mesi, nel 2023, chiunque governi possa prendere “in mano questo Paese, trovando l’Italia in condizioni gestibili”.
Riguardo al nodo dell’inflazione, Messina si è così espresso:
“Fino ad alcuni mesi fa ritenevo l’aumento dell’inflazione una fiammata che potesse essere riassorbita nel 2022. Oggi penso sia sicuramente un picco in un processo che continuerà a durare. Nel 2023 probabilmente rimarrà in crescita tra il 2% e il 4%. Ecco, ma questo non significa che sarà al 10%”.
“L’inflazione oggi è molto significativa – ha sottolineato il ceo – si ridurrà, ma rimarrà importante anche nel 2023. I tassi cresceranno ma senza impatti significativi su Paese e imprese, mentre ci saranno impatti sule famiglie”.
Dunque, è necessario “mettere in moto i motori della crescita e mettere in campo i giusti strumenti ‘mitiganti’: moratorie, garanzie, interventi di sostegno, come sta avvenendo. Questo porterà a una certa decelerazione del Pil, ma rimarrà comunque la crescita”.
La commissione europea ha rivisto il rialzo in modo significativo l’outlook sull’inflazione dell’Italia e dell’area euro, in un momento in cui è forte la paura che un’accelerazione delle pressioni inflazionistiche finisca con il provocare una situazione di stagflazione.
Le stime sull’inflazione dell’Eurozona del 2023 sono state oggetto di una maxi-revisione al rialzo al 6,1%, rispetto al +2,2% atteso nell’outlook autunnale, e a +2,7% per il 2023, rispetto al +1,4% precedentemente previsto. Per l’Italia si prevede un’inflazione in corsa nel 2022 al ritmo del 5,9% (anche qui maxi revisione al rialzo dal 2,1% dell’outlook dell’autunno scorso) e poi in rallentamento al 2,3% l’anno prossimo, rispetto all’1,4% precedentemente atteso.