Effetto traino Gilead sui mercati: borsa Tokyo e Sidney oltre +2%. Assist anche da Fed e petrolio
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo del 2,14% a 20.193,69 punti, dopo essere salito nei massimi intraday fino a +3% circa. Bene anche lo Shanghai Composite, che avanza dell’1,30%; Hong Kong sale dello 0,28%, Sidney fa +2,39%, Seoul +0,70%.
Sentiment positivo sul mercato, sulla scia sia della Federal Reserve di Jerome Powell, che ha lasciato i tassi Usa invariati nel range compreso tra lo zero e lo 0,25%, sia dei ‘dati positivi’ emersi dai test clinici condotti da Gilead su pazienti gravemente malati di Covid-19, come annunciato dalla stessa società.
Ad accendere le speranze, anche il virologo della Casa Bianca, Antony Fauci, che ha citato i risultati di un altro test, che hanno mostrato “un effetto positivo palese nel ridurre i tempi di recupero” dei malati.
Il virologo ha detto che il tempo mediano di ripresa per i pazienti a cui è stato somministrato il remdesivir è stato di 11 giorni, rispetto ai 15 pazienti in placebo. L’avvertimento, tuttavia, non è mancato. Sul tasso di mortalità, il farmaco “non ha dato ancora risultati statistici significativi”, ha precisato Fauci.
In ogni caso, il tasso di mortalità è stato dell’8% per il gruppo sottoposto al remdesivir, rispetto all’11,6% del gruppo placebo, stando a quanto reso noto dall’autorità che ha condotto il test, il National Institutes of Health.
Altra notizia confortante è la decisione della Food and Drug Administration, autorità federale degli Stati Uniti, di portare avanti “continue e prolungate” trattative, affinché il remdesivir venga messo a disposizione dei pazienti malati di COVID-19 “il più velocemente possibile e in modo appropriato”, stando a quanto ha riportato il consulente senior dell’FDA, Michael Felberbaum. Tutte queste notizie positive hanno fatto sperare nella possibilità che il remdesivir possa essere la cura anti-coronavirus, rinfocolando l’ottimismo in un mondo stremato dall’emergenza sanitaria e anche economica provocata dalla pandemia.
Dal fronte macro, diffusi nuovi dati che hanno confermato l’effetto coronavirus-lockdown sui fondamentali dell’economia e che tuttavia sono stati migliori delle attese o in linea.
Nel mese di marzo le vendite al dettaglio del Giappone sono scese del 4,5% su base mensile, in linea con le attese degli analisti e in forte contrazione rispetto al +0,6% di febbraio. Su base annua, il dato è sceso del 4,6%, meno della contrazione -4,7% attesa dal consensus e rispetto alla precedente crescita dell’1,7%. Sempre a marzo la produzione industriale del Giappone è scesa del 3,7% su base mensile, a 95,8 punti, facendo meglio della flessione -5% attesa ma peggiorando in modo significativo rispetto al precedente -0,3%. Il dato, preliminare, è sceso inoltre al minimo in sette anni. Su base annua, la contrazione è stata del 5,2%, contro il -7,4% stimato e il precedente -5,7%.
In Cina, il Pmi non manifatturiero migliora ad aprile, attestandosi a 53,2 da 52,3 punti di marzo (consensus Bloomberg a 52,5). In calo, invece, il Pmi manifatturiero che ad aprile si è attestato a 50,8 dai precedente 52, mancando le attese pari a 51.
Prosegue il recupero dei prezzi del petrolio, con il contratto WTI in rialzo di oltre +10% a $16,62 e il Brent +6% circa a $23,88 al barile.