Corte dei Conti: con reddito cittadinanza solo 2% ha trovato lavoro, da Quota 100 risultati peggiori stime’
Flop e fallimenti certificati per le misure del reddito di cittadinanza – cavallo di battaglia del M5S di Luigi Di Maio, quando era ancora leader del Movimento – e di quota 100 – tanto caldeggiata dalla Lega di Matteo Salvini. I due provvedimenti sono stati varati dal primo governo di Giuseppe Conte, l’esecutivo M5S-Lega.
Così il procuratore generale della Corte dei conti, Fausta Di Grazia, intervenuta alla cerimonia di parificazione del rendiconto dello Stato, sul reddito di cittadinanza:
“Solo il 2% delle persone che hanno ricevuto il reddito di cittadinanza è riuscito poi a ottenere un lavoro attraverso i centri per l’impiego”.
Alla Corte “risultano essere state accolte circa un milione di domande, a fronte di quasi 2,4 milioni di richieste, delle quali soltanto il 2% ha poi dato luogo a un rapporto di lavoro tramite i centri per l’impiego”.
Per il reddito di cittadinanza,c’è stato “uno stanziamento definitivo di 5.728,6 milioni di euro, dei quali ne sono stati impegnati 3.878,7 milioni”.
Al di sotto delle attese anche Quota 100. Di Grazia ha affermato che “i risultati sono stati al di sotto degli obiettivi illustrati nella relazione tecnica che accompagnava il provvedimento, avente anche finalità di ricambio generazionale della forza lavoro”.
Nel 2019, ha ricordato la funzionaria, “le politiche del lavoro e quelle sociali sono state impegnate nel dare attuazione ai due principali provvedimenti contenuti nella legge di bilancio e nel successivo decreto 4 del 2019, ossia ‘quota 100’ in campo previdenziale e il reddito di cittadinanza in ambito assistenziale”.
Riguardo a quota 100, “alla data del 31 dicembre 2019 risultano essere state approvate 155.897 richieste di collocamento in quiescenza, pari a circa il 69% delle domande presentate. Delle istanze accolte circa il 49% riguarda soggetti con oltre 41 anni di contribuzione, a fronte di un’anzianità lavorativa media di 40 anni”.