Confindustria, Bonomi a governo: ‘nessuna visione su Fase 3. Ed è impensabile accumulare nuove forme cig’
“E’ mancata finora una qualunque visione sulla Fase 3, da far seguire a chiusure e riaperture. La fase cioè in cui definire sostegni immediati alla ripresa di investimenti per il futuro, riprendendo e potenziando in toto l’impianto d’Industria 4.0” e “affiancandovi un grande piano Fintech 4.0”. E’ quanto ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, stando a quanto si legge nella prefazione del piano “Italia 2030. Proposte per lo sviluppo” che Bonomi porterà domani al governo.
Tra l’altro, secondo Bonomi “é stato un errore non avere approfittato dei due mesi di lockdown e di emergenza sanitaria per definire una metodologia di prevenzione, basata sulla raccolta di dati ricavati da tamponi e test sierologici di massa, da convogliare con tecnologie digitali a presidi di medicina territoriale per la diagnostica precoce, così da rendere possibili eventuali restrizioni ma solo su base microgeografica”.
Ancora: “E’ impensabile continuare ad accumulare nuove forme di cassa integrazione e di sostegno al reddito sommandole ai troppi ed eterogeni strumenti già esistenti. Col risultato che i fondi sono tardi e lenti nel tradursi in trasferimenti, esattamente come si sono rivelati inadeguati i tempi per il sostegno di liquidità alle imprese”.
Riguardo alle misure dispiegate per le imprese, Carlo Bonomi ha sottolineato che “prima del virus, in materia di cuneo fiscale, la zavorra per le imprese italiane rispetto a quasi ogni paese concorrente, si era intervenuti giustamente a favore dei redditi dei lavoratori. Ora occorre però pensare subito anche a ridurre la quota a carico delle imprese (riferimento al cuneo fiscale)”.
“Senza un’orizzonte pluriennale in cui assumere una decisa e coerente strategia di riordino – ha aggiunto il numero uno di Confindustria -il fisco italiano resterà sempre più barocco e distorsivo”. Bonomi ha affermato anche che “non è una grande idea chiedere alle imprese di indebitarsi mentre devono continuare a pagare le imposte”.