Commodities in ripresa dopo tonfo post mossa Cina. Prezzi petrolio ancora sotto pressione con trattative Usa-Iran
Il rafforzamento del dollaro e la mossa della Cina, che ha annunciato un piano per liberare le riserve di alcune materie prime, ha provocato ieri un bagno di sangue nel settore delle commodities.
I futures sui prezzi del palladio e del platino sono crollati di oltre -11% e -7%, rispettivamente, quelli del mais sono scesi di quasi il 6% e i contratti legati al rame hanno perso quasi il 5%.
Oggi i prezzi sono in recupero, ma la ripresa non è sufficiente a evitare il trend negativo del settore su base settimanale.
Ad affossare le commodities è stata soprattutto la decisione della Cina di annunciare, mercoledì scorso, il rilascio delle riserve di alcuni metalli chiave, come rame e alluminio, stando a quanto riportato dall’agenzia Reuters, nell’ambito di un piano teso a frenare la speculazione sui mercati finanziari.
Ieri giornata da dimenticare anche per i prezzi del petrolio, che tra l’altro continuano a puntare verso il basso anche nella giornata di oggi.
Il Brent ha perso l’1,8% nella sessione della vigilia, mentre il WTI ha ceduto l’1,5%. Ora i due contratti cedono rispettivamente lo 0,75% e lo 0,83% a $70,51 e $72,46 al barile.
A contribuire al sentiment negativo sul mercato del petrolio è anche la speranza che Teheran e Washington riescano presto a ripristinare l’accordo nucleare del 2015.
Nella giornata di ieri, un alto funzionario iraniano che sta partecipando alle trattative ha riferito che le controparti non sono mai state così vicine a raggiungere una intesa.