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Coldiretti: 1 azienda agricola su 10 a rischio crack

3 Maggio 2022 10:30

Uno tsunami si è abbattuto sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci. Così denuncia Coldiretti nell’indagine “La guerra nel piatto” sugli effetti del conflitto sulla filiera agroalimentare presentato all’apertura del Cibus.

Secondo il report, più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione. Sono gli effetti diretti ed indiretti del caro energia con la produzione agricola e quella alimentare che in Italia assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno. I rincari dell’energia – sottolinea la Coldiretti – hanno dunque un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola. Nel sistema agricolo i consumi diretti di ener¬gia includono i combustibili per trattori, serre e i trasporti mentre i consumi indiret¬ti ci sono quelli che derivano da fitosani¬tari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica (4,7 Mtep). Il comparto alimentare richiede invece – continua la Coldiretti – in-genti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origi¬ne animale e vegetale, funzionamen¬to delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro (8,6 Mtep).

“Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore anche combattendo le pratiche sleali nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “la necessità di risorse per sostenere il settore in un momento in cui si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare”.