Cautela a Wall Street, Intel affonda di oltre -10% dopo bilancio e mancati dettagli su chip 7 nanometri
Wall Street in rialzo, con il Dow Jones che sale per la seconda sessione consecutiva. Il tonfo di Intel, tuttavia, frena il rialzo dell’indice. L’indice dei titoli industriali avanza così dello 0,15% appena, a 28.409 punti circa; il Nasdaq è invece in ribasso, scende dello 0,10% circa a 11.495, mentre lo S&P fa +0,24% a 3.462 punti.
Attenzione alla delusione per i risultati di bilancio di Intel: il titolo affonda di oltre il 10% a Wall Street. Il colosso dei chip non ha dato indicazioni precise su quando sarà capace di lanciare il processo produttivo a 7 nanometri. Lo scorso luglio, Intel aveva detto che avrebbe posticipato il lancio almeno fino al 2022. Il ceo Bob Swan ha detto che ulteriori dettagli saranno forniti a gennaio, mentre si intensificano i rumor secondo cui la società dovrà fare affidamento su altre compagnie per la produzione dei suoi chip.
In generale, il colosso ha riportato di aver concluso il terzo trimestre dell’anno con utili netti per un valore di $4,3 miliardi, o $1,02 per azione, in calo di oltre -28% rispetto ai $5,99 miliardi, o $1,35 per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. Escluse le voci di bilancio straordinarie, Intel ha riportato un utile per azione di $1,11, inferiore rispetto agli $1,42 dello stesso periodo dell’anno scorso, ma in linea con le stime elaborate dagli analisti intervistati da FactSet.
Il mercato ha scontato anche la delusione per i numeri della divisione data-center, ovvero del centro di elaborazione dati, che vede come rivale soprattutto AMD, e che ha visto scendere il fatturato del 7% a $5,9 miliardi, peggio dei $6,21 miliardi stimati dal consensus.
Il segmento più grande di Intel – client-computing e il gruppo di PC tradizionali – ha visto invece il fatturato salire dell’1%, a $9,8 miliardi, meglio dei $9,09 miliardi attesi, grazie al balzo della domanda di PC.
Non hanno convinto inoltre le stime sul quarto trimestre: Intel prevede un giro d’affari di $17,4 miliardi e un utile su base adjusted di $1,10 per azione, meglio dell’attivo per azione di $1,07 atteso in media dagli analisti, ma peggio del fatturato stimato a $18,24 miliardi. Delusione anche per la divisione Internet of Things, o IoT, che ha visto il fatturato scendere del 33% a $677 milioni, rispetto ai $788,8 milioni attesi.
Tra i titoli bene Gilead Sciences, che avanza del 4% circa, dopo che l’FDA, l’autorità responsabile del controllo sui beni alimentari e sui farmaci negli Stati Uniti, ha approvato il farmaco anti-virale remdesivir, prodotto da Gilead Sciences, nel trattamento del coronavirus.
Rimane elevata l’attenzione sul piano di stimoli fiscali Usa, non ancora varato dal Congresso.
Uno spiraglio di speranza è arrivato dalle dichiarazioni della speaker della Camera, Nancy Pelosi, che ha detto di aver fatto progressi nelle trattative con il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin:
“Se non stessimo facendo progressi, non sprecherei cinque secondi in queste conversazioni…questo è un tentativo serio. Credo che entrambe le parti vogliano raggiungere un accordo”.
Sullo sfondo gli investitori sono cauti, in attesa delle elezioni presidenziali del prossimo 3 novembre, ormai alle porte.
Ieri l’ultimo dibattito presidenziale tra il presidente Donald Trump e lo sfidante democratico Joe Biden non ha avuto un forte impatto sui mercati. Detto questo, alcuni strategist temono l’effetto che sulla borsa Usa avrebbe una vittoria su tutti i fronti dei democratici.