Borse asiatiche miste, bene borsa Tokyo grazie a boom export. Azionario cerca la ripresa e resiste a minute Fed
Borse asiatiche contrastate, con l’indice Nikkei 225 che avanza dello 0,40%, la borsa di Shanghai in ribasso dello 0,20% circa, Hong Kong che fa peggio con una flessione dello 0,70%.
Giù anche Seoul -0,40% circa, mentre la borsa di Sidney balza di oltre l’1%, dopo la pubblicazione del rapporto sul mercato del lavoro, che ha indicato un tasso di disoccupazione in Australia in calo al 5,5% ad aprile, meglio del 5,6% atteso dal consensus.
Occhio alle minute del Fomc – il braccio di politica monetaria della Federal Reserve – relative all’ultimo meeting di politica monetaria della banca centrale. Dai verbali è emerso un elemento di novità, che potrebbe alimentare i timori di un tapering del QE e di un rialzo dei tassi in anticipo, rispetto a quanto segnalato di recente dalla stessa Fed:
“Alcuni esponenti hanno indicato che, se l’economia dovesse continuare a fare rapidi progressi verso gli obiettivi della Commissione, potrebbe essere appropriato a un certo punto, nei prossimi meeting, iniziare a discutere un piano per apportare aggiustamenti al ritmo degli acquisti di asset”.
Dal fronte macroeconomico, pubblicata la bilancia commerciale del Giappone, che ha messo in evidenza un boom delle esportazioni, al tasso di crescita più alto in più di 10 anni. Nel mese di aprile, l’export giapponese è balzato del 38% su base annua, rispetto al +30,9% atteso dagli economisti e a un ritmo più che doppio rispetto alla crescita del 16,1% di marzo.
Il rialzo è stato il più forte dall’aprile del 2010 ed è stato sostenuto dalle esportazioni di auto e di componenti auto verso gli Stati Uniti e dalla domanda cinese per le attrezzature per i produttori di chip.
In forte rialzo anche le importazioni, salite del 12,8%, rispetto al +9% atteso dal consensus e il +5,8% precedente.
In Cina, la People’s Bank of China – banca centrale della Cina – ha lasciato invariati i tassi di finanziamento loan prime rate (LPR) a un anno e a cinque anni, rispettivamente al 3,85% e al 4,65%, come da attese.
I tassi LPR sono i tassi di riferimento sui prestiti che vengono stabiliti mensilmente da 18 banche cinesi.
L’azionario globale non sembra al momento scontare troppo quanto emerso dalle minute della Fed: prevale la voglia di ripresa dopo i forti ribassi provocati della vigilia, scatenati anche dal panico esploso nel mercato delle criptovalute: maxi tonfo del Bitcoin che, dopo aver bucato prima la soglia di $40.000 poi quelle successive fino a scivolare fino $30.000, ha segnato nelle ore successive un forte rimbalzo, pari a +30%, fino a riagguantare la soglia dei $40.000.