Borse Asia negative su scia Wall Street, tonfo titoli minerari a Sidney per tensioni Cina
Borse asiatiche negative sulla scia della chiusura in rosso della borsa Usa. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in calo dello 0,17%. Shanghai giù dello 0,15%, Hong Kong cede lo 0,68%, Sidney -0,43%, Seoul -0,33%.
Il Dow Jones Industrial Average ha chiuso in ribasso di 184,82 punti, a 29.861,55. Lo S&P 500 è arretrato dello 0,44% a 3.647,49. Il Nasdaq Composite è riuscito invece a salire dello 0,5% a 12.440,04.
Wall Street ha scontato la notizia relativa al bilancio delle vittime da Covid-19 negli Stati Uniti, che ha superato quota 300.000 dall’inizio della pandemia, a un livello superiore al numero delle vittime di ogni altro paese del mondo di un margine di 100.000 unità: è quanto emerso dai dati della Johns Hopkins University.
La notizia della distribuzione, in Usa, dei vaccini prodotti da Pfizer e BioNTech non è stata sufficiente ad allontare i timori sulla pandemia da Covid-19.
Il sindaco di New York ha avvertito inoltre che la città potrebbe entrare presto in una situazione di “pieno shutdown (lockdown)”.
Pubblicata una carrellata di dati dal fronte macroeconomico della Cina.
Nel mese di novembre la produzione industriale della Cina è salita del 7% su base annua, in linea con le attese e rispetto al +6,9% di ottobre.
Il dato è salito per l’ottavo mese consecutivo.
Dall’inizio dell’anno la produzione industriale cinese ha segnato un rialzo del 2,3% su base annua, come da attese, in miglioramento rispetto al +1,8% del periodo gennaio-ottobre.
Le vendite al dettaglio della Cina sono cresciute sempre a novembre del 5% su base annua, come da attese, e in miglioramento rispetto al +4,3% precedente.
Dall’inizio dell’anno, il dato è stato negativo, in calo del 4,8%, lievemente migliore della flessione del 4,9% stimata e in ripresa dal -5,9% del periodo compreso tra gennaio e ottobre.
Sempre a novembre, infine, gli investimenti in asset fissi della Cina (esclusi quelli rurali) sono saliti del 2,6% su base annua, in linea con le previsioni degli analisti. Il dato è migliorato rispetto al +1,8% precedente.
La borsa di Sidney ha pagato le tensioni commerciali che continuano a contrassegnare i rapporti tra l’Australia e la Cina. A pesare sull’indice benchmark è stato soprattutto il calo dei titoli del comparto dell’estrazione, come di Whitehaven Coal (oltre -5%), Coronado Global Resources (crollato di oltre -9%) e Yancoal (-8,4% circa). Vendite anche su BHP, che ha perso più del 2%. Le vendite sono state innescate dalle indiscrezioni del Global Times, organo di stampa del governo di Pechino, che ha reso noto che Pechino ha approvato una norma che permette alla Cina di importare carbone senza restrizioni “a eccezione dell’Australia”.