Borse Asia contrastate, borsa Tokyo giù. Focus su dati Pmi, annuncio RBA e lockdown Malesia
Borse asiatiche contrastate. In generale, il sentiment dell’area Asia-Pacifico è stato adombrato dall’annuncio del primo ministro della Malesia, che ha annunciato un ulteriore piano di stimoli del valore di 40 miliardi di ringgit (l’equivalente di $9,7 miliardi), proprio poco prima che le nuove misure di lockdown stabilite per arginare la diffusione dei contagi di Covid-19 entrassero in vigore.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo è sceso dello 0,16% a 28.814,34 punti; la borsa di Shanghai è piatta (+0,03%), Hong Kong +0,59%, Sidney -0,27%, Seoul +0,49%. L’indice malese FTSE Bursa Malaysia KLCI Index perde lo 0,11% circa.
Diffusa una carrellata di dati macro: in Cina, comunicato il Pmi manifatturiero della Cina stilato congiuntamente da Caixin e Markit che, nel mese di maggio, si è attestato a 52 punti, confermando il 13esimo mese consecutivo di espansione.
L’indice è stato superiore ai 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori al di sopra) e di contrazione (valori al di sotto).
Il dato, in linea con le attese, ha testato il valore massimo del 2021 e ha segnato una lieve crescita rispetto ai 51,9 punti precedenti.
Reso noto anche l’indice Pmi manifatturiero del Giappone di maggio, stilato da Jibun Bank-Markit, che è stato rivisto al rialzo a 53 punti dai 52,5 punti inizialmente riportati, confermando una ulteriore fase di espansione della produzione e dei nuovi ordinativi. Il dato ha comunque rallentato il passo rispetto ai precedenti 53,6 punti.
Detto questo, il sottoindice dell’occupazione è salito per il secondo mese consecutivo e il sentiment delle aziende manifatturiere giapponesi intervistate rimane positivo.
Resi noti oggi gli indici Pmi manifatturieri di altri paesi asiatici:
l’indice Pmi manifatturiero della Corea del Sud è rimasto in fase di espansione, rallentando tuttavia il passo dai 54,6 punti di aprile a 53,7 punti; il Pmi manifatturiero della Malesia si è attestato a 51,3 punti, rispetto ai 53,9 punti precedenti; quello di Taiwan si è indebolito a 62 punti dai 62,4 punti precedenti; quello del Vietnam da 54,7 a 53,1 punti precedenti.
Occhio anche al dato relativo alle esportazioni della Corea del Sud che, grazie alle consegne di chip e automobili, sono balzate del 45,6% nel mese di maggio, riportando la crescita più sostenuta dall’agosto del 1988 ed estendendo la fase di espansione per il settimo mese consecutivo.
In particolar modo, le esportazioni di chip sono salite del 24,5% su base annua, salendo per l’11esimo mese consecutivo, mentre le esportazioni di auto sono volate del 93,7%. Le esportazioni di prodotti petrolchimici sono balzate del 94,9% su base annua. Le esportazioni verso la Cina sono aumentate del 22,7%.
In Australia, oggi l’RBA – Reserve Bank of Australia, banca centrale dell’Australia – ha lasciato i tassi principali di riferimento invariati allo 0,10%, confermando allo 0,10% anche il target dei rendimenti dei titoli di stato a tre anni.
L’RBA ha sottolineato che la ripresa dell’economia australiana si sta rivelando più forte delle attese e che dovrebbe continuare.
Lo scenario di base della banca centrale per il Pil dell’Australia è di una crescita del 4,75% nel 2021 e del 3,50% nel 2022.
In ogni caso, la banca centrale ha sottolineato che i tassi non saranno alzati fino a quando il tasso di inflazione non oscillerà in modo sostenibile nel range compreso tra il 2% e il 3%, situazione che la RBA stima non verificarsi prima del 2024.