Borsa in Tokyo +1,12% in vista nomina successore premier Abe. Boom titoli commercio dopo affare Buffett
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo dell’1,12% a 23.139,76 punti, recuperando terreno dopo il calo di venerdì scorso, scatenato dai rumor, poi confermati dallo stesso premier, sulle dimissioni di Shinzo Abe. Il Parlamento giapponese terrà una sessione straordinaria il prossimo 17 settembre per eleggere il suo successore.
L’elezione avverrà dopo che il 14 settembre il partito in carica al governo giapponese, l’LDP, nominerà il prescelto.
Secondo il quotidiano giapponese Yomiuri, i due esponenti in pole position per essere nominati, e essere successivamente eletti dal Parlamento come premier, sono l’attuale ministro degli esteri Fumio Kishida e il numero uno del partito stesso, Yoshihide Suga.
Alla borsa di Tokyo, si mette in evidenza il rally dei titoli delle società commerciali giapponesi, le cosiddette “sogo shosha”, dopo la notizia dell’acquisizione di una quota lievemente superiore al 5%, da parte di Berkshire Hathaway di Warren Buffett, delle cinque leader del settore Itochu, Marubeni, Mitsubishi, Mitsui e Sumitomo Corp.
Le cinque sono conglomerate che importano tutto, dai prodotti energetici e metalli ai beni alimentari e tessili, in un paese, come è il Giappone, caratterizzato dalla scarsità di risorse.
Le quote acquisite hanno un valore all’incirca di $6,25 miliardi e Buffett non esclude di arrivare a fare shopping fino al massimo del 9,9%. Rally dei titoli interessati, con Sumitomo che vola fin oltre +10%, Marubeni oltre +11%, Mitsui oltre +7,5%, Mitsubishi più dell’8% e Itochi che fa +5,5% circa.
Assist all’azionario asiatico – che rivela comunque un trend contrastato – anche dai dati macro diffusi dalla Cina, che hanno confermato la fase di espansione dell’attività manifatturiera e non.
Borsa di Shanghai in rialzo dello 0,51%, Hong Kong +0,61%. Male invece Sidney -0,11% e Seoul -0,26%.
Per la precisione, il Pmi manifatturiero della Cina si è attestato ad agosto a 51 punti contro i 51,1 del mese di luglio e i 51,2 del consensus Bloomberg. Il Pmi non manifatturiero è invece salito a 55,2 punti contro i 54,2 della passata rilevazione (consensus Bloomberg a 54,2). Infine, il Pmi composto è stato pari a 54,5 contro i 54,1 della passata lettura.
Meno confortante il dato relativo alle vendite al dettaglio del Giappone che, nel mese di luglio, è sceso del 3,3% su base mensile, facendo peggio del -2,5% atteso dal consensus e rallentando in modo significativo dopo il balzo del 13,1% riportato con la fine del lockdown da coronavirus a giugno. Su base annua, il trend è stato di una flessione del 2,8%, peggio del -1,7% stimato e del -1,3% precedente.
Bene invece la produzione industriale del Giappone, che luglio è balzata su base mensile dell’8%, meglio del +5% atteso e rispetto al precedente rialzo dell’1,9% (dati preliminari). Su base annua, il dato rimane in forte calo, pari a -16,1%, lievemente meglio rispetto al -17,5% stimato e al precedente tonfo del 18,2%.