Borsa di Tokyo chiude in calo, azionario asiatico in rosso su rinnovate tensioni Usa-Cina
La Borsa di Tokyo ha chiuso la seduta di oggi con segno meno, in attesa dei risultati del secondo turno delle elezioni senatoriali in Georgia,
che determinerà l’equilibrio politico nel Congresso degli Stati Uniti. L’indice Nikkei ha segnato a fine giornata una flessione dello 0,38% a 27.055,94 punti.
Ma anche gli altri listini dell’area Asia-Pacifico si muovono per la maggior parte in territorio negativo, sulle rinnovate tensioni tra Stati Uniti e Cina. A due settimane dalla sua uscita programmata dalla Casa Bianca, il presidente americano Donald Trump continua la sua crociata contro le applicazioni mobili cinesi, che considera minacce per la sicurezza nazionale. Trump ha firmato un ordine esecutivo per vietare entro 45 giorni tutte le transazioni con otto servizi e applicazioni di pagamento cinesi, tra cui Alipay (Ant Group) e WeChat Pay (Tencent). L’ordine entrerà in vigore quando Joe Biden sarà presidente, quindi il suo impatto non è chiaro anche se è probabile che aumenti ulteriormente l’attrito con Pechino.
Intanto è proseguito il rally dei giganti China Telecom (+4,6%), China Mobile (+1,8%) e China Unicom (+2,7%) con sulla Borsa di Hong Kong, dopo che il Nyse ha annunciato, di fatto, che il delisting precedentemente deciso per rispettare un ordine esecutivo firmato dal presidente americano Donald Trump a novembre, contro la Cina, non avrà più luogo.
Dal fronte macro, calo a sorpresa dell’attività del terziario in Cina. L’indice Pmi servizi, elaborato dall’istituto Caixin, si è attestato a dicembre a 56,3 punti, in ribasso rispetto ai 57,8 punti del mese precedente e contro i 58 punti attesi dagli analisti. Tuttavia, l’indice è rimasto al di sopra dei 50 punti, che separano l’espansione dalla contrazione, per l’ottavo mese consecutivo, segnalando che l’offerta e la domanda nel settore dei servizi continuano a crescere.