Borsa Tokyo ingessata, calo futures Wall Street zavorra sentiment. Sidney paga calo petrolio
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione ingessato, con una variazione pari a +0,03% a 29.036,56 punti. Sulla debolezza degli indici azionari asiatici, incide il calo dei futures Usa, successivo ai forti acquisti che, nella sessione della vigilia, hanno interessato il Nasdaq.
Il listino dei titoli tecnologici è balzato ieri del 3,7%, riportando il rialzo più forte dal mese di novembre, grazie al ritorno degli investitori sui titoli growth, particolarmente tartassati nelle ultime sessioni sulla scia del balzo recente dei tassi dei Treasuries Usa.
Focus su Tesla, che è volata del 19,6%, riportando la sessione migliore dal febbraio del 2020, dunque in più di un anno.
Ma ora i futures Usa ritracciano, zavorrando il sentiment dell’azionario asiatico. La borsa di Sidney in particolare ha scontato anche il calo dei prezzi del petrolio, con il settore dei titoli energetici che è sceso del 2,11%. Male anche i titoli finanziari. L’indice dell’azionario australiano ASX 200 ha perso così lo 0,84%.
Il contratto WTI sul petrolio arretra di oltre -1% a $63,32 al barile, mentre il Brent fa -1,21% a $66,70 al barile. Sono positive invece la borsa di Shanghai +0,46% e quella di Hong Kong +0,14%.
Male la borsa di Seoul, con il Kospi che ritraccia dello 0,44%.
Dal fronte macro, comunicati i dati sull’inflazione della Cina.
Nel mese di febbraio l’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo è scesa su base annua dello 0,2%, rispetto alla flessione attesa dello 0,3%. Su base mensile, il dato è salito dello 0,6%, più del +0,4% stimato dal consensus degli analisti.
L’inflazione della Cina misurata dall’indice dei prezzi alla produzione ha segnato invece un forte balzo, sostenuta dal rally delle commodities: il dato è salito su base annua dell’1,7%, rispetto al +1,5% stimato dal consenus e in forte ripresa dal +0,3% di gennaio, riportando la crescita più forte in due anni.